lunedì 23 agosto 2010

L'indignazione prende forma

Riflessione

Questo blog, di una persona comune e quindi senza alcun peso per il destino degli altri, ringrazia i pochi intellettuali e politici onesti e quanti hanno a cuore il bene comune di una società : mi riferisco alla società italiana che senza il perseguimento del bene comune non può che autodistruggersi.
Tempo fa ho creduto che la crisi economica avrebbe portato molto dolore nella vita delle persone: è stato ed è a tutt’oggi senz’altro così. Ma gli sconvolgimenti risvegliano le persone e insieme al dolore matura una nuova coscienza. L’indignazione prende forma!
Che si stia risalendo la china? Che si stia uscendo dal pantano? Io credo di sì, anche se non sarà facile, per niente facile.
Grazie ai lettori, Nou.

5 commenti:

  1. Io lo spero quanto te e spero anche in una nuova coscienza di parecchi italiani.
    Che aprino gli occhi a questo punto e che si rendano conto dove ci hanno portato: sull'orlo di una crisi nera.

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  2. Condivido la tua speranza.E' giunta l'ora che le persone di questo Paese aprano gli occhi.
    Grazie per avermi cercata e trovata.
    Cristiana

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  3. Le persone che hanno mezzi e autorevolezza per esprimersi pubblicamente lo dovrebbero fare in numero sempre maggiore per incoraggiare e perché no? "educare" chi non ce la fa per tanti motivi. Comunque le tasche vuote sono un grande insegnamento per capire di più la giustizia e la morale.
    Ciao Aldo e Cristiana, grazie a voi!
    Nou

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  4. Ciao, Franca. Ho letto attentamente la tua recente ondata di post. In merito a questo, legittimo dissenso nei confronti di una società contorta e distorta, ritengo che la misura non sia ancora colma per una civile ribellione di massa. Purtroppo l' assuefazione alla mollezza di antica memoria è, all' odierno, inscalfibile. Ricorda, sono solo le persone oneste a soffrire. Poche. Pochissime. Le altre aggirano il problema senza remore. La disciplina non serve a fare del male, bensì ad assicurare la serenità di tutti. Il suo abuso costituisce un crimine, come altresì lo costituisce l' imporre ad una Nazione di pazientare, di stringere la cinghia conducendo l' esistenza in un presente misero con all' orizzonte un futuro precario. Serve un nuovo ordine. Quello presente è fuori servizio. A presto.

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  5. La disciplina è quella che una società si dà attraverso le regole condivise e che s'impegna a rispettare. Ho accennato all'educazione necessaria perché molti si credono di non essere implicati nella disciplina da osservare, molti non hanno il concetto di società. Tutti sanno cosa significhi non arrivare alla fine del mese se i soldi non bastano, e com'è la vita senza il lavoro o ancora com'è la vita senza la salute se non si hanno denari per scegliere le soluzioni più efficaci e idonee: naturalmente tutti quelli che si trovano a passare queste esperienze. Le persone oneste sono molte a parer mio, e lo rimangono finché possono. L'onestà è un bene che la società non dovrebbe mai considerare un valore individuale, una scelta opzionale. Riguardo alla "mollezza" del pensiero e del costume il problema viene da lontano e ha investito tutta la società compresa quella clericale. Mi sembra però che le cose stiano cambiando, a piccolissimi passi, ma in cambiamento. Non mi illudo che la crisi economica sofferta negli strati più deboli e dai poveri si risolva facilmente, farà molte vittime ancora, malauguratamente.
    Più che un nuovo ordine, io credo serva una nuova coscienza che sappia distinguere ciò che è importante al vivere.
    Ciao Laura* e grazie del tuo commento

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