lunedì 27 dicembre 2010

Viola

Viola avrebbe voluto liberarsi del lettone matrimoniale, cambiare arredamento: mandare al diavolo suo marito.
Si disse che lo avrebbe fatto alla prima occasione, per l’arredamento, così da allontanarsi sempre più dai sette anni trascorsi in quell'appartamento. Non li voleva cancellare, semplicemente guardarli da lontano, con distacco.
Avrebbe fatto dei cambiamenti, ne sentiva l’intima certezza, ma non in quel momento. Al presente, desiderava unicamente distendere il suo corpo, provato dalla lunga giornata di lavoro fuori e dentro casa, nell’ampio e confortevole materasso a due piazze.
Quel cucchiaio di minestra caduto, o gettato?, sul pavimento… lasciato lì a corrodere la cera sulla palladiana, le sembrava uno spregio alla sua persona. Provava una forte indignazione e non poteva prendere sonno.
«Che ne sa lui della fatica di lavare e stendere la cera su questo marmo bellissimo, ma delicato da governare?» e poi continuava «Quella maledetta vite dell’impugnatura della lucidatrice che, difettosa, s’è persa appena dopo l’acquisto e devo stare ricurva sull’asta troppo corta, ogni volta che lucido il pavimento, con dolore notevole alle reni… sono cretina!» si biasima « da cinque anni mi adatto a questo disagio: sono cretina!» continua «forse lui ci prova un piacere perverso se glielo dico».
Nei primi tempi Adamo si pavoneggiava nel farle credere che avrebbe risolto lui ogni inconveniente. A quelle promesse forse ci credeva egli stesso, come per il recupero di quella vite particolare. Viola aveva riposto molta fiducia in lui sotto ogni profilo e le era sembrato il miglior uomo in assoluto. Inoltre si dimostrava incline alla costruzione di una vera e solida famiglia e lei non pretendeva presupposti migliori.
I primi tempi erano stati belli e ricchi di entusiasmi. Vivevano felicemente il loro rapporto di coppia senza escludere le buone relazioni sociali con amici e colleghi di lavoro. Erano tempi molto promettenti…cosa sarà andato storto?
Viola non vuole soffermarsi su questa domanda. Torna all’episodio della vite difettosa. L’aveva vissuto à la guerre comme à la guerre fra lei e la commessa del magazzino di elettrodomestici. Si era accorta del problema subito dopo l’acquisto e le era stato assicurato dal venditore, nella persona della suddetta commessa, che nel giro di una settimana al massimo, la vite sarebbe stata sostituita. Nella fattispecie l’oggetto era di calibro e lunghezza particolari, del tipo non reperibile attraverso i canali ordinari e, come si vedrà, neppure straordinari.
La venditrice rinviava la soluzione di settimana in settimana confidando in una resa per sfinimento di Viola. Sbagliava! Quella vite non contava più nulla per Viola. Diventò una contesa per le false promesse; e intraprese la tattica del logoramento a sua volta. Di fatti all’ennesima richiesta di riparazione del manico i nervi dell’addetta alle vendite cedettero.
«Al suo posto, io, avrei sostituito la vite con una qualsiasi altra in commercio!» disse con voce stridula. Adamo sostenne di aver già tentato la ricerca altrove e che non vi aveva trovato nulla di adatto.
Tutti e tre furono molto irritati da presupposti diversi, naturalmente. Cercarono il proprietario del magazzino, il quale declinò pretestuosamente la responsabilità.
La ditta era abbastanza grossa e saltuariamente usufruiva di servizi dell’azienda presso cui era impiegata Viola. E fu così che in forma del tutto legale ebbe modo di risarcirsi moralmente del danno subito e che sarebbe continuato fino alla sostituzione dell’ormai vecchio elettrodomestico; si risarcì applicando alla ditta di elettrodomestici la tariffa più alta a fronte di un servizio reso.
«I conti tornano sempre!» pensa Viola «La Vita, ci pensa lei a pareggiarli!»
Con questo pensiero rassicurante prese sonno.

domenica 19 dicembre 2010

E' Natale!

Sulla solidarietà, più praticata che capita.

Buon Natale! In questi giorni di clima festivo, ritorno facilmente a rievocare la mia infanzia, quando la mia famiglia era completa: Papà, mamma e tre fratelli. Una pratica che si chiama nostalgia, bisogno di appartenenza. L’appartenenza si allargava oltre le mura domestiche, in quei tempi. Noi bambini appartenevamo a tutto il borgo. Eravamo vigilati e protetti da un patto solidale fra genitori.
La rievocazione è condensata e non rispecchia tempi dettagliati. E’ come un quadro di Chagall in cui gli elementi convergono fluttuanti. Figure, ambienti, espressione dei volti , il sorriso, la mano che porge, un richiamo, la radio che suona, abbassa il volume, le donne che fanno la spesa, la pasta, lo zucchero, il caffè, la farina, accartocciati nella carta paglierina. La conserva di pomodoro, il grana, il pecorino sardo che costa meno, le aringhe, il baccalà, la fetta di cioccolata, nella carta velina. L’olio: un quarto, mezzo litro, tre quarti, la bottiglia portata da casa. La bilancia Berkel, i grammi, attenti ai grammi! Il conto, attento al totale! L’ho ripassato tre volte! Mi raccomando, non so fare di conto, mi fido! Segna sul libretto, pagherò con il Raccolto! Voci…voci di donne e di papà che serviva le donne, Nino…Nino …nel campo dalle cinque a zappare, la salute, il raccolto, ti pagherò! Non hai pagato, la salute prima, capisco,il conto…E’ Natale!, sei bambini, la pasta, il pecorino, la conserva, l’olio… e una fetta di cioccolata: E’Natale!

venerdì 17 dicembre 2010

Crisi sistemica: l'ora della verità si avvicina di Gilles Bonafi- 16/12/2010

E' utile sapere che:

L’8 novembre 2010 ha avuto luogo un evento d’importanza capitale, che è stato trattato in due righe dalla maggior parte dei quotidiani più importanti. Ovvero, lunedì 8 novembre Ambac Financial, l’assicuratore delle obbligazioni americano, si è posto sotto la tutela del paragrafo 11 della legge sui fallimenti degli Stati Uniti.
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=36322

mercoledì 8 dicembre 2010

Aderisco all'appello di Adamus "Aiutiamo Bruna"

Vedi Adamus-blog:http://adamus-adamus.blogspot.com/

Link del blog di Bruna Cavasin

http://lookuppainting.blogspot.com/

Cari saluti e bonne chance, Nou.