domenica 30 settembre 2012

Spunti di riflessione


La torre di Piero 
autore Michele Zanetti


Piero è un pensionato, un emigrante, un uomo che è giunto in prossimità del capolinea, del viaggio della vita. Tutti, prima o poi, dobbiamo raggiungerla, la stazione del capolinea, e in questo (solo in questo) gli uomini sono veramente tutti uguali. Nessuno fa eccezione, anche se molti si distinguono per il fatto di credere che il viaggio prosegua in un aldilà, tanto immaginario quanto illusorio.

Piero però è un pensionato diverso, nel senso che in luogo dei mille euro al mese, a lui la vita ne ha concessi un milione, di euro al mese. La cosa, sia chiaro, non cambia il suo destino finale, che rimane ancora e nonostante tutto esasperatamente uguale a quello di tutti gli altri, compresi quelli che la pensione neppure ce l’hanno.

Lui, Piero, l’emigrante veneto conosciuto con il nome di Piero Cardin (Cardin, con la “i”, non con la “e” della pronuncia francese), non si rassegna però a lasciare il mondo dei vivi così, senza gloria (la sua è tutta alle spalle e tradotta in euro), senza un segno, senza un’illusione di immortalità. Lui vuole continuare ad esserci anche dopo; anche quando le sue ceneri saranno andate ad alimentare le radici degli alberi o una discarica cimiteriale. Ecco allora che la dolcissima e struggente “Ballata di Piero”, che Fabrizio De Andrè ci ha regalato per conquistare (lui sì) l’immortalità, è stata trasformata, dal nostro, nella “Torre di Piero”: un mostro architettonico che dovrebbe figurare negli incubi notturni e diurni del nostro futuro e di quello di molti uomini che verranno dopo di noi.
Sì, caro lettore, hai capito bene: stiamo parlando della Torre di Pierre Cardin, di quella di cui parlano tutti e che il vecchio miliardario vorrebbe “regalarci” per rovinarci i prossimi mille anni.
Se ricordi, avevamo parlato mesi addietro di un mostruoso assedio finale alla laguna nord, fatto di grattacieli, di Mose e di una improbabile “Gardaland” sandonatese. Ebbene, ora, a questi simboli di modernità imbecille, si aggiunge la Torre: un ecomostro alto quanto una collina (255 metri) collocato sull’orizzonte ovest di Venezia e da questa visibile, se realizzata, ogni giorno e ogni notte, tutti i giorni e le notti, per la futura ed effimera eternità del genere umano.
Ovviamente (c’è forse da meravigliarsi?) il coro di assenso a quest’opera mostruosa e inutile è stato unanime e bipartisan. Il nostro povero “universo politico” è stato letteralmente sedotto da … da … dai soldi. I soldi, capisci? Dai, su, non fingere di non capire, adesso, sforzati, caro Lettore. La ragione dell’alto gradimento sono i soldi; si, i soldi di Piero: una valanga di quattrini e poi cantieri decennali da far impallidire quelli della TAV. Cantieri per imprese e muratori, per bonificatori e movimentatori di terra, per venditori di maniglie, di vetri, di impianti d’allarme, di piastrelle, di tondini di ferro, ecc. ecc. ecc. ecc.
Con i soldi di Piero si bonificherà Marghera: un tumore generatore di tumori che finalmente vedrà la redenzione e che bonificheremo non già con i soldi degli evasori fiscali, non con i soldi dei miliardari che hanno portato i capitali alle isole Caiman, ma con quelli di Piero. Che in cambio, ovviamente e giustamente, ci chiede l’immortalità e … la Torre.
Che dire! Nulla: null’altro si può dire se non “che tristezza!”. Ma dove siamo finiti se siamo ridotti ad augurarci l’immortalità dei miliardari per evitare che, nell’imminenza della morte, possano sedurre i nostri politici e lasciarci in eredità qualche mostro?
Ecco, io avrei finito il mio sfogo e ora mi sento un po’ meglio. Non mi resta che scusarmi con te, Lettore, per averti tediato ancora una volta. Certo, posso anche non averti convinto, ma se ancora tu nutrissi qualche dubbio sull’opportunità di realizzare quest’opera ridondante e insulsa, pensa solo a una cosa e ti convincerai: l’onorevole Vittorio Sgarbi è d’accordo.
 ***
P.S.: Per qualche motivo la mia impaginazione ha dato adito ad alcuni amici blogger ad equivocare la paterrnità del testo che ripeto è scritto da Michele Zanetti e si trova sul suo sito dove peraltro si può leggere la seguente presentazione:

"Per formazione scolare sono un perito industriale specializzato in meccanica; per vocazione genetica, invece, sono un naturalista-divulgatore e i geni, com’è ampiamente sperimentato, non perdonano. Ho sessantuno anni e per circa quarant’anni ho scritto saggi, guide, opuscoli, articoli, ho tenuto lezioni, conferenze, corsi di formazione e quant’altro ritenessi utile al conseguimento della mia aspirazione suprema: la “conversione del mondo” alla cultura naturalistica, ma anche alla difesa della biodiversità e del bello che il sistema naturale, la sola vera divinità di questo pianeta, esprime.
Non mi vergogno affatto di discendere da uno scimmione e sono profondamente convinto che l’uomo non è un semidio, ma semplicemente un mirabile e inquietante “incidente” dell’evoluzione naturale."
 


venerdì 21 settembre 2012

Ischnura elegans - Damigelle









La fotografia


E’ un’immagine in cui si vede un accoppiamento di Ischnura elegans ripreso con il 300 mm in un ambiente mattutino con le erbe ricoperte dalle gocce di rugiada.
Di Ischnura elegans si osservano in pratica accoppiamenti nell'arco dell'intera stagione, in quanto è una damigella con più generazioni annue. I primi sfarfallamenti si osservano, in questa zona, in aprile e in aprile si osservano anche i primi accoppiamenti, che poi proseguono fino a Settembre Ottobre.
Ischnura elegans è sicuramente una delle specie più comuni di questa famiglia, ma è anche una specie con una grande variabilità di colorazioni, soprattutto nelle femmine.

(Descrizione dell'autore Maurizio Dalla Via)

Sympetrum fonscolombii - Libellula











La fotografia

E’ stata scattata nel Parco S. Giuliano di Mestre-Ve, dove la presenza di acque stagnanti costituiva un habitat ideale per molte specie di libellule, ma quest'anno questo Parco è diventato quasi "un deserto", dopo la visita del Papa con centinaia di migliaia di persone presenti e i probabili trattamenti contro gli insetti. In questa immagine ho utilizzato il 300 mm abbinato al TC 1,7x, regolando la fotocamera manualmente. E' un'immagine di un maschio di Sympetrum fonscolombii, in fase di maturazione, con colori che ritengo molto belli e in un certo senso unici. Lo sfondo dalle tonalità calde contribuisce ulteriormente ad esaltare la bellezza di questa specie.
 
(Descrizione dell’autore Maurizio Dalla Via)

giovedì 13 settembre 2012

Ieri pomeriggio-breve cronaca




foto tratta da web





Piove a dirotto. Sento le gocce colpire il telo del gazebo. Io sono sotto, sdraiata comodamente su una sedia “longue” pieghevole, comprata in saldo alla Coop una decina di giorni fa.
Il temporale è proprio sopra il gazebo e la mia testa.
Insisto a starmene qui a godermi l’umidità: anch’essa ha il suo fascino dopo un’estate torrida. L’intento era quello di raccogliere un po’ di pensieri. Ma non riesco a pensare, solo ad ascoltare lo scrosciare dell’acqua che a tratti diventa impetuoso. E’ una musica partita da tonalità leggere per passare gradualmente alle più profonde con il tuono a tambureggiare lo strato spesso di nuvole plumbee. Un vento leggero scuote la vite americana che proprio in mattinata ho liberato dai nuovi tralci. Si dibatte rincorrendosi foglia su foglia.
La pioggia cade persistentemente e tende ad invadere l’impiantito. Mi copro, ora, con la mantella impermeabile con cappuccio, rossa. Resisto. Però sento freddo e ho i piedi bagnati. Mi ritiro non ancora del tutto arresa. Lascio perciò aperta la porta d’entrata che è protetta da una cappottina e, dall’interno,  assisto alla precipitazione, benefica alla campagna e ai suoi abitanti: una bellissima musica!



venerdì 7 settembre 2012

Per fine rassegna


Corridoio



Cameretta
 

Camera degli sposi


Lettone della nonna


Pozzo con acqua


Palo della linea elettrica


Lato ovest e nord


...e quello che considero il pezzo forte:
la soffitta!


Fine


lunedì 3 settembre 2012

Un po' di foto per cominciare

Qualche scatto  della mia nuova/vecchia casa






























La mia dolce Sophya




Seguiranno immagini del resto della casa  appena saranno pronte, così riuscirò a descriverla meglio
Nou