lunedì 1 novembre 2021

sabato 12 giugno 2021

 

martedì 11 maggio 2021

Silenzio pomeridiano, chi riposa, chi guarda la tivù. Mi ritiro in giardino: il tempo è bello! Sistemo una sedia reclinabile e allungo le gambe su una poltroncina da esterno. Ho scelto uno spiazzo fra il ciliegio e la casa, lui ha la chioma tenera e folta di un verde brillante, lei con i grigi contorni di vecchia casa e le tre grondaie scure nel bordo degli spioventi. Sopra regna l'azzurro del cielo e lo svolazzare di due nuvolette bianche. Fanno una danza, un valzer lento e volteggiando escono di scena dietro il ciliegio. Nello stagno le rane gracidano e sembrano raccontare il loro vivere. In strada è sopraggiunta una voce di donna molto sonora e le rane ora tacciono, sembrano ascoltare. Forse stanno valutando la situazione e se questa voce sia un pericolo per loro. Sono pronte ad inabissarsi fra la vegetazione acquatica se la donna si avvicina. Ma la donna passa oltre e la voce giunge sempre più flebile. Chiudo gli occhi per trattenere tutto quel cielo azzurro sopra di me. Sotto le palpebre l'azzurro diventa vermiglio, poi arancione, colore del fuoco e dell'amore. Vivo una profonda sensazione di pace dell'animo quasi da non credere. Mi chiedo se ci sono ancora e per prova mi sfioro il contorno degli occhi, delle labbra. Ci sono ancora. Anche le rane. Il rombo di un aereo copre la quiete. La siesta è finita. Le rane tacciono. Nou

domenica 2 maggio 2021

venerdì 30 aprile 2021

domenica 25 aprile 2021

giovedì 22 aprile 2021

domenica 18 aprile 2021

venerdì 16 aprile 2021

Una frase infelice

Circa le cose da sbrigare... Ci sono frasi che determinano la fine di un rapporto. Il distacco a volte definitivo, il travalicamento del limite. Questo avviene quando a una stessa parola si dà valore diverso. Come ad esempio alla parola amicizia. Era nata quello che consideravo una bella amicizia epistolare con una persona conosciuta in vacanza. Avevamo intrapreso uno scambio di lettere regolare e un tentativo di un racconto a quattro mani. Fra una lettera e l'altra e un avanzamento e l'altro il tempo passava. Dopo un paio d'anni l'entusiasmo affievolì fino a un silenzio prolungato. Una sera, dopo circa tre anni ricevetti da questa persona una telefonata che all'inizio mi suscitò un profondo piacere. Era ritornata la voglia di riprendere la frequentazione, pensai! Oltre ai convenevoli la corrispondente mi diede notizia sugli sviluppi della sua vita. Finalmente era riuscita a pubblicare un saggio biografico di un noto personaggio. Le sarebbe piaciuto che io lo leggessi, mi disse, precisando che la mia impressione sul suo lavoro era importante e assai gradita. Da parte sua non partì l'offerta di inviarmene una copia. Si continuò la telefonata con i complimenti da parte mia e, da parte sua, l'assicurazione che non avrebbe potuto dimenticarsi di me perché la mia ultima lettera era sempre tenuta presente fra la corrispondenza "da sbrigare". Anch'io assicurai che le avrei fatto sapere la mia impressione sulla sua opera non appena possibile. La inserii fra le mie cose da sbrigare che purtroppo non si sono ancora esaurite...

sabato 3 aprile 2021

Buona Pasqua

Tantissimi auguri di una Pasqua serena, cari amici!

martedì 2 marzo 2021

domenica 28 febbraio 2021

Cessi, paure, disagi.

La scuola elementare di Borgo Polesinino era fredda e buia, non aveva ancora l'impianto elettrico. Era provvista di tre cessi alla turca e di due aule numerose. Quei cessi erano il mio incubo! Avevo il terrore di scivolare nel buco e di affogare nella melma di merda quando tiravo l'acqua. Come quella volta alla stazione ferroviaria di Mestre dove, io e il papà, dovevamo prendere la coincidenza per Palmanova del Friuli. Allora l'acqua l'ha tirata la donna dei gabinetti, io non ci arrivavo. Una donna che voleva passare per buona, faceva dei sorrisi a papà che aspettava oltre il corridoio mentre io, non vedendolo più, credevo di averlo perso. Ma buona non era. Lo capii da come mi strattonava. Era nervosa, stressata, forse a causa di quel lavoro, per l'appunto, lavoro di merda. Non ricordo perché fu intempestiva nel tirare la catenella. Dovetti fuggire dall'inaspettato rovescio con le mutande alle ginocchia. Avevo allora cinque anni e non avevo mai visto prima un cesso alla turca. Il servizio igienico di casa era utilizzato da due famiglie, la mia e quella di zio Giuliano. Era annesso ai "bassi comodi" costruzione adibita a stalla, pollaio, porcile e al basso comodo del gabinetto, per l'appunto. La struttura confinava su due lati con il letamaio, dove in autunno si riversavano i liquami della fossa biologica che poi durante l'inverno maturavano un nutriente humus utile al rinvaso dei gerani in primavera. Sui restanti lati si estendeva il cortile dove razzolavano i polli. Il gabinetto di decenza consisteva in un sedile di legno con ampio foro centrale coperto da una tavoletta estraibile, un vero coperchio con maniglia. L'acqua, che serviva per ripulire il ripiano da eventuali schizzi, bisognava portarla con un secchio. Ma poiché si era in parecchi e non tutti molto ordinati, mia mamma mi suggerì di salire sopra il sedile in modo tale da non entrare in contatto con l'eventuale sporcizia. Vale a dire che senza saperlo mi posizionavo "alla turca". La parete perimetrale dell'angusto vano, era stata costruita con piccole aperture a croce che formavano una greca appena sotto il soffitto, ed una feritoia centrale, poco più sotto, per la luce e l'aerazione. In inverno il freddo ci inibiva lo sfintere cosi che lo stimolo ci passava, salvo a riprovarlo non appena si rientrava al caldo della casa. Era un andirivieni tragicomico. Poiché tutti dovevamo condividere quella organizzazione bifamiliare e poiché era a quel tempo una condizione ampiamente diffusa, non si faceva mistero dello scopo del transito attraverso il cortile neppure con chi vi capitasse per caso. Non c'era nulla di male e, se gli avanzava di fare il burlone, ci si rideva sopra. Se però si avevano le corna di traverso, c'erano le risposte piccanti e indignate pronte: "Taci! Sarai tu un merdoso di merda!" - "Forse che tu non caghi?" - proprio così, allora non si usava l'epiteto "stronzo" - troppo volgare! 😉🤗 (ripescato da vecchi brani promemoria, in attesa di essere ampliati riveduti e corretti) Buona domenica, ciao

martedì 23 febbraio 2021

Ho creato questo blog con la pretesa di tradurre dal francese questo libro. In pratica mi tuffavo in un'impresa più grande di me malgrado la mia mole ragguardevole!!! Una delle mie tante iniziative o sogni o misurazioni di me stessa andati falliti. Chiamiamole esperienze! Ancora ricordo le emozioni nel rispondere ai commenti degli amici, tutti. Sono stata fortunata perché ho fatto delle belle e costruttive conoscenze che mi hanno aiutata a crescere nella conoscenza di me stessa. È passato molto tempo ma in alcuni ancora resistiamo ed è ancora bello e prezioso essere qui. Abbraccio Nou

sabato 6 febbraio 2021

venerdì 1 gennaio 2021

Il discorso pronunciato da Bergoglio nell'omelia di ieri. Buona lettura... _*Puoi avere difetti, essere ansioso e perfino essere arrabbiato, ma non dimenticare che la tua vita è la più grande impresa del mondo. Solo tu puoi impedirne il fallimento. Molti ti apprezzano, ti ammirano e ti amano. Ricorda che essere felici non è avere un cielo senza tempesta, una strada senza incidenti, un lavoro senza fatica, relazioni senza delusioni. Essere felici significa trovare la forza nel perdono, la speranza nelle battaglie, la sicurezza nella fase della paura, l'amore nella discordia. Non è solo godersi il sorriso, ma anche riflettere sulla tristezza. Non è solo celebrare i successi, ma imparare dai fallimenti. Non è solo sentirsi felici con gli applausi, ma essere felici nell'anonimato. Essere felici non è una fatalità del destino, ma un risultato per coloro che possono viaggiare dentro se stessi. Essere felici è smettere di sentirsi una vittima e diventare autore del proprio destino. È attraversare i deserti, ma essere in grado di trovare un'oasi nel profondo dell'anima. È ringraziare Dio ogni mattina per il miracolo della vita. Essere felici é non avere paura dei propri sentimenti ed essere in grado di parlare di te. Sta nel coraggio di sentire un "no" e ritrovare fiducia nei confronti delle critiche, anche quando sono ingiustificate. È baciare i tuoi figli, coccolare i tuoi genitori, vivere momenti poetici con gli amici, anche quando ci feriscono. Essere felici è lasciare vivere la creatura che vive in ognuno di noi, libera, gioiosa e semplice. È avere la maturità per poter dire: "Ho fatto degli errori". È avere il coraggio di dire "Mi dispiace". È avere la sensibilità di dire "Ho bisogno di te". È avere la capacità di dire "Ti amo". Possa la tua vita diventare un giardino di opportunità per la felicità ... che in primavera possa essere un amante della gioia ed in inverno un amante della saggezza. E quando commetti un errore, ricomincia da capo. Perché solo allora sarai innamorato della vita. Scoprirai che essere felice non è avere una vita perfetta. Ma usa le lacrime per irrigare la tolleranza. Usa le tue sconfitte per addestrare la pazienza. Usa i tuoi errori con la serenità dello scultore. Usa il dolore per intonare il piacere. Usa gli ostacoli per aprire le finestre dell'intelligenza. Non mollare mai ... Soprattutto non mollare mai le persone che ti amano. Non rinunciare mai alla felicità, perché la vita è uno spettacolo incredibile.*_