mercoledì 25 marzo 2015

"Chiudi gli occhi e guarda" di Nicola Pezzoli



Un brano del romanzo (Pag.123):



“Poi ci fu un bacio di luce abbagliante.

Come se il sole ci avesse ripensato e invece di tramontarne uno ne sorgessero quattro, facendo vibrare le acque di luce. Luce infinita, che mi abbagliava e mi cancellava, mi pacificava. Ci sarebbe voluta, allora, una stella atomica sulla linea dell’orizzonte, per dissolvermi dentro un caldo abbraccio di amore infinito, senza più sofferenza.



A un passo dalla riva, l’acqua spumosa a lambire le punte delle scarpe a ogni ondata, allargai le braccia come in croce, con gli occhi chiusi, e mi affidai al vento. Restai lì a lungo, anche se avevo freddo. Dissi al Mare Prendimi, se vuoi.

Lui probabilmente non rispose, o forse mi rispose col  linguaggio del suo impassibile sciaquio, al tempo stesso placido e potente: Bon voyage, mio dolce Corradino, sembrò sussurrare il Mare che appena ieri mi aveva abbracciato ma non mi aveva ucciso. Fa buon viaggio, bambino spaventato. Fa buon viaggio, e smetti di avere paura. Fa buon viaggio, e smetti di fartela sotto.





Un libro splendido a cui auguro il giro del mondo. 
Nounourse

lunedì 16 marzo 2015




-Settembre 2014-



Caro amico mio,



finalmente mi ritrovo con un po’ di determinazione e con la biro in pugno.

L’estate è quasi trascorsa – in attesa dell’estate - .

Pioggia, pioggia e ancora pioggia un giorno sì e uno no.

Ho ripensato spesso alle disavventure dei tuoi figli. Prima Alberto derubato e poi Leo picchiato e vittima di pregiudizio. Si sono imbattuti in gente malevole e di malaffare, in quella parte di umanità da cui guardarsi: individui che non si vorrebbero mai incontrare. Fammi sapere se hanno potuto venirne fuori senza troppo danno.

Qui da me si segue la routine di una vita campagnola. Abbiamo raccolto una modesta quantità di patate, fagioli e piselli. Qualcosa conservo nel congelatore. Una cinquantina di chili di zucchine –ah! Le piogge!- mi hanno dato un bel daffare nell’utilizzo della quantità maturata contemporaneamente: parmigiane di zucchine, zucchine trifolate, risotti di zucchine, zucchine crude tagliate a pezzetti in congelatore per le future minestre. Pochi pomodori, per fortuna: hanno subito un forte attacco dai parassiti.

Sono ricresciuti i ciuffetti d’erba tra la ghiaia che tu mi hai aiutato a togliere nel mese di maggio, durante la tua breve visita. Nell’estirparla di nuovo a fine luglio pensavo che era stato bello e meno faticoso aver fatto il lavoro con l’aiuto reciproco.

Mi mancano le teglie di ottimi ortaggi allo zenzero e fiocchi d’avena del tuo ingegno culinario: torna presto!

Sento ogni giorno di più i sintomi della senilità. Ormai vivo molti più giorni all’insegna della gracilità che non della forza di un tempo, ma cerco di non abbattermi. In questo momento mi trovo in giardino rincorrendo un relax fisico e mentale. Si sta bene a parte l’odore dello zampirone, assolutamente necessario dopo due giorni di temperatura fredda, le zanzare si scatenano verso di me: mi gradiscono molto!

La sola cosa veramente piacevole di questo periodo è stata intraprendere la lettura di “Un cappello pieno di ciliegie” romanzo postumo di Oriana Fallaci. Leggendolo mi sono resa conto di cosa significhi “Scrittrice”. Per il resto sono intellettualmente pigra, svuotata di fantasia, la qual cosa mi preoccupa anche se sono abituata ai miei alti e bassi.

Aspetto il sopraggiungere di una normalità più “normale”.



-Due settimane più tardi-



Rieccomi, cercando di godermi il sole in una pausa del capriccioso maltempo estivo.

Vorrei poter scrivere qualcosa di buono, di interessante. Ma nulla scaturisce da una vena inaridita. Posso solo citare qualche breve cronaca.

Ho acceso due zampironi  - quest’anno le zanzare vanno copiosamente alla grande - , ne ho collocato uno su uno sgabello e uno sotto la chaise-longue – quella della coop – e, pazienza, questo è il fio da pagare. Mi giunge un suono tipo: “ton, ton, ton, pa-ra-pà, ton,ton,ton” ripetuto con ritmo ossessivo, insomma un rumore molesto che a qualcuno piace ascoltare a tutto volume… oh!...è una radio! Ora sento parlare. Va meglio.

Ho finito di leggere il libro della Fallaci: molto, molto bello! Una saga familiare che si svolge in due secoli di vicende di avi,bisavoli, arcavoli, intrecciate con gli avvenimenti storici. Una mescolanza di fatti documentati e di percorsi tessuti, verosimilmente, dalla fantasia dell’autrice. Un libro da leggere anche per tutti i riferimenti storici e di costume. Racconti minuziosi di una cultura enciclopedica. Sono rimasta stupita.



-Primavera 2015-



Rimango sempre stupita del sapere di alcune persone: stupita e ammirata. Provo una profonda gratitudine per quelli, fra loro che riescono a trasmettere in modo accessibile a tutti la loro cultura. Oriana Fallaci è fra questi, benché il mio giudizio si limiti a una sola sua opera. Potrei esprimermi, se lo avessi letto, su “Un uomo”, ma non ho potuto leggerne che qualche pagina e poi dimenticarlo nello scaffale per decenni: è strano questo mio atteggiamento! Ma rimedierò!

Per fortuna che fra i tanti miei difetti mi salva l’attitudine a lasciare sempre uno spiraglio alla mia volontà di riprendere, ricominciare come se il tempo non fosse trascorso.

Le pagine scritte sono una garanzia di continuità e anche di sopravvivenza.



-il giorno dopo-



Oggi piove, ma non importa, anzi va bene, così posso scriverti che quest’anno la primavera è arrivata con tre settimane d’anticipo.

Le primule sono al massimo del loro splendore.

I narcisi si mostrano discreti e sembrano parlottare fra di loro sebbene siano in fila, nella bordura, come delle suorine. E, anch’io, come una monachella mi sento felice in questa casa che mi accoglie nella semplicità e sobrità della serena bellezza rurale.

Ciao e a presto carissimo.














Nounourse