Il primo incontro di scrittura/lettura si è concluso. La sala gremita di aspiranti scrittrici/lettrici si svuota piano piano con ordine. Si sente un brusio di voci effervescenti che accompagnano gli arrivederci alla prossima volta.
Alla spicciolata raggiungiamo Viale Garibaldi e da qui ci disperdiamo ognuna verso la propria destinazione.
M’ incammino verso Via San Donà e la percorro a piedi per due chilometri . Le gambe procedono a passi ritmati: un-due, un-due, sembrano comandate da un ingranaggio meccanico. Sento soprattutto il rombo delle auto che sfilano vicinissime…swum…swum… che svicolano poi in lontananza.
E’ una serata illuminata dalla luna che fa la sorniona e mi pedina da sopra i tetti.
Strada facendo ripenso ai racconti e ai commenti su di essi che ne sono seguiti. Sono ancora pervasa da un piacevole entusiasmo.
Le donne raccontano per lo più la propria vita. Non raccontano il mondo, ma se stesse al mondo: vale a dire che raccontano il mondo al mondo.
Nella vita sono protagoniste misconosciute, per quanto ovvio e codificato viene considerato il loro agire. Nella scrittura diventano autrici della loro esistenza, individui liberi di esprimere il pensiero e i sentimenti con autenticità. Mentre si aprono all’ uditorio, con la lettura del proprio testo , tradiscono l’emozione che le attraversa. Nei toni passano vibrazioni di pudore, un po’ di incertezza, gioia, speranza di essere capite, condivisione e anche affermazione di se stesse, nelle storie vere o di fantasia che vivono nell’animo. Si ascoltano racconti molto diversi fra loro, secondo le diverse personalità e esperienze.
Nel corso di quest’ incontri (ne ho fatti altri in anni precedenti), si dispiegano mondi interiori e una grande solidarietà umana al femminile, giacché sono frequentati prevalentemente da donne.
Naturalmente l’atmosfera che anima la riunione diviene evanescente non appena ognuna, separatamente, si avvia verso casa, come la consuetudine impone.
Alla spicciolata raggiungiamo Viale Garibaldi e da qui ci disperdiamo ognuna verso la propria destinazione.
M’ incammino verso Via San Donà e la percorro a piedi per due chilometri . Le gambe procedono a passi ritmati: un-due, un-due, sembrano comandate da un ingranaggio meccanico. Sento soprattutto il rombo delle auto che sfilano vicinissime…swum…swum… che svicolano poi in lontananza.
E’ una serata illuminata dalla luna che fa la sorniona e mi pedina da sopra i tetti.
Strada facendo ripenso ai racconti e ai commenti su di essi che ne sono seguiti. Sono ancora pervasa da un piacevole entusiasmo.
Le donne raccontano per lo più la propria vita. Non raccontano il mondo, ma se stesse al mondo: vale a dire che raccontano il mondo al mondo.
Nella vita sono protagoniste misconosciute, per quanto ovvio e codificato viene considerato il loro agire. Nella scrittura diventano autrici della loro esistenza, individui liberi di esprimere il pensiero e i sentimenti con autenticità. Mentre si aprono all’ uditorio, con la lettura del proprio testo , tradiscono l’emozione che le attraversa. Nei toni passano vibrazioni di pudore, un po’ di incertezza, gioia, speranza di essere capite, condivisione e anche affermazione di se stesse, nelle storie vere o di fantasia che vivono nell’animo. Si ascoltano racconti molto diversi fra loro, secondo le diverse personalità e esperienze.
Nel corso di quest’ incontri (ne ho fatti altri in anni precedenti), si dispiegano mondi interiori e una grande solidarietà umana al femminile, giacché sono frequentati prevalentemente da donne.
Naturalmente l’atmosfera che anima la riunione diviene evanescente non appena ognuna, separatamente, si avvia verso casa, come la consuetudine impone.