domenica 1 maggio 2011

Primo Maggio

Mi sfogo qui, nel mio spazio, con un commento che stavo lasciando in un blog amico. Lo posto qui perché non è giusto coinvolgere gli amici nei propri disappunti personali.
Ecco il testo:
"sono contrariata che abbiano fatto coincidere le due feste.
1° -perché la festa dei lavoratori è sacrosanta.
2° -perché hanno fatto di tutto, i manipolatori del dissenso, per rendermi dubbia la figura di Wojtyla: un grande personaggio che ho amato e amo anche se non è stato capace di ripulire il mondo , come gli avversatori storici avrebbero preteso. In fondo è stato solo un Papa
Lo hanno fatto beato e non è certo per sua volontà. Anche il Vaticano fa la sua politica.
Non si può più avere una simpatia, una preferenza, un'ammirazione per qualcuno, perché spunta il solito critico o opinionista del cavolo che ti rovina la festa!
Non mi interessa proprio nulla della beatificazione, non cambia il mio giudizio e sentimento; ma mi secca che piccolissimi uomini al suo confronto, a causa di questo evento, facciano cadere ombre e dubbi su Karol Wojtyla .
Piccolissimi uomini, moralizzatori del cavolo, disseminatori di contrasti, perché non l'avete fatto prima o non avete aspettato ancora un po'......
Sono arrabbiatissima!"

15 commenti:

  1. Non sono religiosa, ma Wojtyla l'ho apprezzato prima di tutto come uomo e poi come Papa... ma hai detto bene... anche il vaticano fa la sua politica ed è una vera tristezza.
    Non so chi ha seminato ombre sulla figura di Wojtyla... non seguo la tv e le notizie in genere, ma chiunque sia non credo che possa riuscire ad essere convincente, credo che sia stato l'unico papa degno di quel nome.

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  2. Sono con te sul fatto che il Vaticano fa la sua politica. Non apprezzo il fatto che abbia voluto fare una prova di forza con la sinistra per oscurare la festa del Primo Maggio (aiutato validamente dalle TV di regime).
    Sono un po' dubbiosa sulle qualità morali di papa Woityla, che rispetto e cui sono stata molto affezionata (ha accompagnato 27 anni della mia vita), ma su cui ci sono parecchie ombre. Se le voci siano fondate o no, non lo so, ma nel dubbio mi astengo...
    Buon Primo Maggio!

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  3. Credo di essere religiosa. Sicuramente non sono praticante. Sto cercando di dare un senso alla mia religiosità o bisogno di credere in qualcosa che sia oltre la realtà convenzionale perché non mi convince e quindi non mi basta. E' un percorso che sto facendo da tempo e purtroppo in solitudine attraverso qualche lettura di tipo filosofico, in quanto più il ragionamento che la fede può sostenermi in questo momento. Faccio passi rudimentali, ma cammino.
    Riguardo al Pontefice vogliono che sia ricordato come un Papa oscurantista, sinceramente non sono in grado di entrare nel merito di queste affermazioni, ho sentito un dibattito e ho letto degli articoli su Micromega. Ne ho ricavato l'impressione di un uso strumentale anche se l'analisi fosse plausibile. E se fosse plausibile rientra nella sfera politica del Vaticano e non mistica e carismatica dell'uomo.
    Oggi non si sa più a chi credere e quindi è bene credere in sé stessi.
    Ciao Cindry, buona notte e un bacione al tuo bimbo.

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  4. Ciao Ibadeth, credo che la mia risposta a Cindry collimi con il tuo/mio ragionamento. Parlano già troppo gli altri e condivido l'astensione.
    Buon Primo Maggio anche a te. Un abbraccio, Nou.

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  5. @Adriano,
    Se il clima politico che ci coinvolge tutti anche nella sfera della vita personale e interiore, non fosse così precario e quindi non ci facesse temere per le nostre più basilari libertà, non ci verrebbe nemmeno in mente di affrontare questi temi spinosi, perché lo sono senz'altro, su un blog. Penso che ci potrebbero essere luoghi più idonei se la democrazia non fosse soltanto un' idea, un desiderio. Anche i preti si sentono padroni, nelle loro canoniche e nelle loro chiese. Per i poveri e i deboli c'è solo l'elemosina vestita di belle parole e limitate opere da parte di questi. Quando uno di noi o uno di loro davvero si occupa di questa fascia di umanità viene ucciso.

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  6. Cara Nou, posso comprendere il tuo disappunto ma è giusto parlare dell'operato di un uomo che in qualche modo ha lasciato un segno nella storia ed a mio avviso si rende un servizio alla storia tanto più ci si allontana dall'apologetica. Il lungo pontificato di Woitila ha avuto luci ed ombre e questo non è una scoperta di oggi, del resto gran parte dei contributi su Micromega (versione cartacea attualmetne in edicola) sono scritti di diversi anni fa. Luci dal punto di vista comunicativo, ombre da quello dottrinale e teologico. Il discorso sarebbe lungo per un commento e ti rimando al volume che ho citato di Micromega che considero un ottimo compendo all'operato di Woitila perché espressione di più voci di diverso orientamento tutte orientate a capire un uomo di enorme complessità.
    Da parte mia ricambio gli auguri di 1° maggio.

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  7. Caro Antonio, scusami per il mattone che segue, ma questo è il commento che NON ho postato da te, perché...non lo so.

    Commento a “Frammenti di un altro Aprile” di Antonio
    In questo post mi ci sono spersa. Ho scritto qualcosa sulla relazione parecchio tempo fa. Un pensiero che mi affascina ma che pure ha il potere di smarrirmi. Mi sento anche un po' ridicola perché so che è un abbozzo di pensiero, in attesa di sviluppo, so che ci ritornerò perché intuisco che "la realtà non ancora fatta" ha qualcosa a che fare con la fede o, comunque, con la sostanza dello spirito che ritengo inalterabile, incorruttibile da parte del corpo. In questo il mio ragionamento è semplice (pur essendo l’opposto del tuo): "Io sono vecchia e il mio corpo si comporta da decaduto, non il mio spirito che ha lo stesso vigore di sempre. SOLO questo aspetto mi preoccupa del morire: la sua inalterata forza.
    Ti invio anche la mia rudimentale riflessione di qualche anno fa: " Mi ritrovo a riflettere sul tema: -la relazione fra causa ed effetto-, su come la relazione avvenga al di là dei concatenamenti pensati o pensabili, al di là quindi di ogni intenzione o volontà degli individui.
    Vi è una situazione in cui la causa e l’effetto sono l ’assunto dialettico di valenze agli antipodi, pressoché irriconoscibili nel loro rapporto in determinate dinamiche, in quanto è il rapporto ad essere predominante. Il rapporto diviene relazione e si manifesta inspiegabile, come un fatto od un pensiero provvidenziale e fausto o come una catastrofe o pensiero infausto. Intuisco che la relazione governa il mondo, in quanto la ragione si dispiega senza astuzie nei suoi confini razionali mentre la relazione o prodotto intenzionale è una funzione dinamica imprevedibile che partecipa dell’assoluto e per assoluto intendo ciò che configura nel compiuto, il perfetto: Dio per dirla più semplicemente.
    Credo anche in una possibile lettura di segnali che dalla relazione provengono, di rivelazioni casuali. La loro comprensione dipende dalla nostra consapevolezza individuale o/e collettiva., dalla nostra capacità di interpretare. Sta a noi. Non siamo strumenti di poco conto se ci rendiamo consapevoli della vita. Non penso che sia ragionevole aspettare che la realtà si faccia in pieno… è come dire: dato che esiste il bene ed il male e che non siamo mai riusciti a vincere il male, si vede che la ragione porta a vivere il dualismo come una sua astuzia! Vale a dire : è così e basta!
    Credo che tanti individui non siano consapevoli del bene e del male e credo che questa sia la più grande afflizione del nostro tempo.
    Aggiunta odierna: non si dà più grande valore alle parole, ne vengono pronunciate troppe senza tener conto della relazione che in seguito esse concateneranno e che si manifesterà in nuova forma da interpretare e quindi avranno un effetto imprevisto.
    Io mi capisco su quanto ho detto, ma dubito che l’esposizione sia chiara. Poiché so che tu conosci bene il pensiero filosofico occidentale forse riesci a decifrare il mio sicuramente maldestro approccio.

    Sul come avvicinarsi alla conoscenza storica del pontificato di K. Woitila credo che tu abbia ragione e che ci riguardi con tutto il rispetto dovuto alla sua figura e a noi stessi per aver condiviso 27 anni di vita.

    Lui non se ne dispiacerà di sicuro: era un uomo forte :)

    Ciao e grazie, Nou.

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  8. Cara Nou, non so perché hai deciso di non scrivere questo commento nel mio post, ad ogni modo ti ringrazio delle tue riflessioni, sono ‘frammenti’ di vita e in quanto tali preziosi, ovunque si trovino. Intanto credo che tu abbia una stima esagerata della mia conoscenza del ‘pensiero occidentale’ e mi metti in imbarazzo. Il post nel quale ti sei persa era una pagina molto difficile della mia vita, non che sia una novità, di pagine difficili ognuno ne ha tante e siccome prima o poi le carte si mescolano diventano giornate come tante.
    Il discorso che affronto in poche righe e che tu riprendi, riguardo al corpo e allo spirito, è molto complesso, 2500 anni di pensiero non possono essere riassunti in un commento ma per farla breve ti confesso che questo insistente dualismo mi suona molto sospetto. Umberto Eco, nel Pendolo di Foucault, scrive «C'era un tale, forse Rubinstein, che quando gli avevano chiesto se credeva in Dio aveva risposto: "Oh no, io credo... in qualcosa di molto più grande..." Ma c'era un altro (forse Chesterton?) che aveva detto: da quando gli uomini non credono più in Dio, non è che non credano più a nulla, credono a tutto.» Ecco, alla domanda sulla fede forse io risponderei come quel Rubinstein avendo chiaramente in mente quello che diceva Chesterton. Qualcosa di molto più grande! In una parola, la nostra corporeità che non è mera materia, è desiderio, è presenza, memoria, in definitiva è … spirito! Lo svilimento del corpo ha fatto sì che lo spirito vi si opponesse anziché esserne parte e questa spaccatura è ciò di cui soffriamo ancora oggi. Come ho più volte detto, io non ho il dono della fede, non so dire se purtroppo o per fortuna, ma di una cosa sono certo, della fede in termini di verità non mi interessa assolutamente nulla, in termini di carità invece sì, mi interessa e molto e come disse Paolo di Tarso “di tutte le virtù la più grande è la carità”, è il principio della Veritas in Caritate che l’enciclica Caritas in Veritate sembra capovolgere.
    Riguardo alla tua riflessione sulla relazione causa-effetto vedo anche qui un discorso molto ampio, dissezione dei singoli eventi o la loro totalità, disegno oppure caso. Qui il discorso di cosa sia possibile capire, di cosa sia ragionevole discutere non può prescindere dalle nostre convinzioni, dalle nostre credenze, che bada bene non significa fondare qualunque discorso sulla fede di natura religiosa ma considerare quale sia il nostro percorso interiore e la nostra storia di fronte alla realtà che ci circonda. Per quanto mi riguarda posso pensare che vedere un disegno costituisce la ricerca di una spiegazione che ricuce gli eventi ma, cara Nou, come posso esserne certo?
    Hai ragione quando dici che oggi non si ragiona più intorno al bene e al male ma, per ritornare al mio post, temo che buona parte di responsabilità vada ascritta ad una “teologia da bettola” tutta orientata verso le verità dottrinali e poco verso la carità. Naturalmente anche qui il discorso sarebbe più complicato ma passami la semplificazione.
    Per concludere, ti assicuro, cara Nou, che per me le parole sono molto importanti, non so se sottolinei questo aspetto indirizzandolo a me oppure se lamenti una assenza di cura delle parole come spesso io stesso lamento, se qualcosa ti ha ferita di quanto ho scritto ti chiedo scusa ma puoi capire bene che pur nel rispetto delle opinioni altrui le nostre diverse sensibilità spesso conducono a “conflitti” che sono inevitabili. Del resto se tutti avessimo sempre le stesse opinioni non staremmo qui a parlare.
    Spero di aver capito almeno un po’ del tuo commento e di aver toccato qualche punto. La sua ricchezza mi impedisce di dilungarmi oltre ma sono sicuro che nei nostri post continuerà ad esserci questo gradevole e gradito confronto.
    Grazie e a presto
    Antonio

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  9. Ciao cara, ma io credo che l'hai detta giusta tu, non cambiare l'idea che hai solo perchè altri non hanno voluto gestire una situazione in maniera intelligente, e non farti venire il fegato grosso a causa di gente che ha, secondo me, solo bisogno di potere e approvazione.

    Grazie per gli auguri, e scusami se non ho riposto subito, ma come vedi il mio presunto ritorno non coincide con una costanza nel blog.
    un abbraccio

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  10. @Ormoled
    Ciao Ormoled,
    sono una che ogni tanto s’infiamma, però poi riesco a ragionare anche con pacatezza, dopo! Me la sono presa per la confusione, le sovrapposizione di festeggiamenti e il bailamme esagerato.
    Devo ricordare il tuo prezioso consiglio di non farmi venire il fegato grosso, perché ne ho la tendenza, per tutto quanto non va per il verso giusto, secondo me. E.. bisogna prendere atto che il mondo è come è, e non come ci piacerebbe che fosse.
    Un abbraccio, Nou.

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  11. @Antonio
    Ciao Antonio,
    innanzitutto ti ringrazio per la tua risposta che contiene elementi di chiarezza alle mie riflessioni.
    Ritornando sul mio pensiero –relazione causa-effetto- non si possono avanzare certezze perché il rapporto che si può concepire è condizionato dal nostro essere nel tempo in un prima e un dopo, quindi dal nostro uscirne e entrarci attraverso le cose, le idee, nella sua dimensione(del tempo). Ma, se si esclude la cronologia degli eventi, tutto diviene tempo o rapporto di interconnessioni che in esso si diramano: Tempo come infinità, come eternità, come anelito di felicità. Anelito che ha in sé una perfezione divina… Qui mi fermo perché io cado in imbarazzo, titubanza, per questi pensieri che mi attraversano e che argomento in forma elementare o ingenua. Una consapevolezza che tende a frenarmi, oltre alla grande complessità dei temi.
    Un mio amico che ha fatto approfonditi studi di teologia fino a essere ordinato frate, ha abbandonato da anni la filosofia del mondo occidentale a causa del dualismo su cui si fonda e del senso di nullità che produce. Durante una nostra chiacchierata telefonica, gli accennavo del volume di E. Severino “Gli abitatori del tempo. La struttura dell’Occidente e il nichilismo” (di cui ho letto i primi due capitoli e poi devo averlo lasciato appoggiato da qualche parte durante i miei vari spostamenti..) ora lo ordino di nuovo su ibs.it dove ho trovato la descrizione del testo:
    “Il pensiero di Emanuele Severino è considerato una reale e radicale alternativa alla cultura dominante, e il suo ragionamento "sempre aperto" elude ogni possibilità di essere ridotto alle categorie di un qualche sistema. Questo libro analizza la struttura della civiltà occidentale, che permea ogni elemento, specifico e particolare, della nostra storia. La struttura dell'Occidente è la volontà che le cose siano tempo, e quindi siano niente. "Il tempo" dice il filosofo "non è la novità del pensiero cristiano e della cultura moderna, ma è ciò che il pensiero greco ha pensato per primo, una volta per tutte, e che come tecnica domina ormai incontrastato su tutta la terra. Tanto più incontrastato quanto più inesplorato nel suo senso autentico." Così, gli abitatori del tempo sono le forme di cultura, le istituzioni sociali, gli individui, le masse e i popoli che alla struttura dominante via via sono stati sottoposti. E che, nell'alienazione estrema che si esprime formalmente nella fede, si mantengono al di fuori del luogo della Necessità dove solo si può trovare il nostro senso più autentico.”
    segue...

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  12. @Antonio
    ...continua
    Io, mi ha detto il mio amico, per questo seguo il taoismo, da tempo ormai. Il tuo tempo abitato dalla filosofia orientale, non coincide con il mio, gli ho risposto. Nel mio si parla sempre in forma di rudimenti, pur se siamo entrambi dentro quella relazione che tutto abbraccia, compreso il Tao sia pur non essendo conosciuto da me, ma perché esiste e risponde alla Necessità (o Anankè) in cui solo si può trovare il nostro senso più autentico.
    C’è da intenderci su troppi significati per capirci su questi argomenti. Per es. sul taoismo il mio amico può tenere delle conferenze, mentre io solo un balbettio sulla sua presenza nel tempo che è anche il mio tempo e il tempo di tutte le cose: è questa la relazione su cui io mi perdo. Come sull’amicizia che persiste attraverso un’interconnessione sconosciuta e provvidenziale.
    Antonio, i miei disappunti non sono molto lodevoli, purtroppo lo riconosco dopo le sfuriate. Comunque la mia lamentela su ciò che ritengo strumentale e guastafestaiola era rivolta genericamente a giornalisti-opinionisti e ai politici di professione. Apprezzo il tuo blog, ci trovo molto di ciò che mi piace leggere: dico questo senza volerti lontanamente mettere in imbarazzo. Se a volte succede, mi scuso. Tieni conto che non lo vorrei.
    Sulla virtù della Carità, mi riservo di leggerne un po’ di più e di farmi la mia idea che, sicuramente, non prenderà in considerazione dogmi della Chiesa dato che li ritengo convenzioni o fatti politici di governo della fede e non verità assolute.
    Ti ringrazio per questo scambio che anche per me è gradevole.
    A presto, Nou

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  13. Cara Nou, questo nostro scambio è davvero quanto di più bello si può desiderare in una rete che troppo spesso è soltanto un monologo collettivo, come dice Umberto Galimberti (un allievo di Severino). Ho scritto tanto e come puoi vedere dai miei pochi commenti mi capita di rado di avere uno scambio che non sia un commento frettoloso. E' curioso che anche tu hai voluto portarmi nel tuo blog per parlare di un mio post ;-) ma va bene così, sono contento di questo salotto virtuale. Severino è sicuramente un grande pensatore e non oso discuterlo in due righe anche se una battuta che ho già usato me la concedo: "a farla breve direi che tra ragion pura e ragion pratica c'è uno smodato squilibrio a favore della ragion pura nelle pagine di Severino". Come dice un autore che adoro (Borges), siamo fatti di tempo ma il tempo è un concetto complesso e non si può ridurre semplicemente ad un prima ed un dopo, questo è il tempo dell'orologio non è quello delle emozioni. Ananké senza tempo espone ad un immobilismo che non riesco a concepire, è un mio limite.
    Per quanto riguarda quello che ho detto a proposito dell'enciclica mi permetto di rimandarti a questo post che ho scritto molto tempo fa, perdona l'autocitazione.
    A presto cara Nou, ma vieni a fare visita anche nei miei post, mi piacciono i tuoi commenti e se tu balbetti allora anch'io balbetto e ci faremo compagnia. ;-)
    Auguri per la festa della mamma.
    Antonio

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  14. @Antonio
    Caro Antonio, ti ringrazio per gli auguri. Ci saranno nuovi spunti su cui ci piacerà dialogare. La prossima volta sarà da te, con molto piacere.
    Grazie ancora e a presto.
    Nou

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