giovedì 30 settembre 2010

Impressioni

Il primo incontro di scrittura/lettura si è concluso. La sala gremita di aspiranti scrittrici/lettrici si svuota piano piano con ordine. Si sente un brusio di voci effervescenti che accompagnano gli arrivederci alla prossima volta.
Alla spicciolata raggiungiamo Viale Garibaldi e da qui ci disperdiamo ognuna verso la propria destinazione.
M’ incammino verso Via San Donà e la percorro a piedi per due chilometri . Le gambe procedono a passi ritmati: un-due, un-due, sembrano comandate da un ingranaggio meccanico. Sento soprattutto il rombo delle auto che sfilano vicinissime…swum…swum… che svicolano poi in lontananza.
E’ una serata illuminata dalla luna che fa la sorniona e mi pedina da sopra i tetti.
Strada facendo ripenso ai racconti e ai commenti su di essi che ne sono seguiti. Sono ancora pervasa da un piacevole entusiasmo.
Le donne raccontano per lo più la propria vita. Non raccontano il mondo, ma se stesse al mondo: vale a dire che raccontano il mondo al mondo.
Nella vita sono protagoniste misconosciute, per quanto ovvio e codificato viene considerato il loro agire. Nella scrittura diventano autrici della loro esistenza, individui liberi di esprimere il pensiero e i sentimenti con autenticità. Mentre si aprono all’ uditorio, con la lettura del proprio testo , tradiscono l’emozione che le attraversa. Nei toni passano vibrazioni di pudore, un po’ di incertezza, gioia, speranza di essere capite, condivisione e anche affermazione di se stesse, nelle storie vere o di fantasia che vivono nell’animo. Si ascoltano racconti molto diversi fra loro, secondo le diverse personalità e esperienze.
Nel corso di quest’ incontri (ne ho fatti altri in anni precedenti), si dispiegano mondi interiori e una grande solidarietà umana al femminile, giacché sono frequentati prevalentemente da donne.
Naturalmente l’atmosfera che anima la riunione diviene evanescente non appena ognuna, separatamente, si avvia verso casa, come la consuetudine impone.

12 commenti:

  1. Mi piacerebbe leggere un tuo racconto,anche se queste tue impressioni e considerazioni la dicono lunga sulla tua capacità di descrivere le emozioni e le sfumature di un incontro al 'femminile.Gli uomini hanno ragione a dire che le donne sono incomprensibili per loro ;noi siamo solitamente pratiche e concrete,ma il nostro mondo innteriore vive in un'altra dimensione.
    Cristiana

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  2. Credo che il nostro mondo interiore comprenda la vita nel suo insieme, mentre il mondo interiore degli uomini comprenda le particolarità: prospettive diametralmente opposte.
    Ho scritto (non molto) dei "racconti" negli ultimi anni. Ne ho raccolti una parte in due libriccini che mi sono edita da me (con l'aiuto del PC e di uno dei miei due figli), una cosa casalinga, ma dignitosa che ho regalato a amici e conoscenti. Nei raccontini non ho affrontato mai il tema del mondo femminile in modo specifico, temo di non averne la competenza, però sono sempre stata attenta al dibattito sulla questione femminile e penso che questo abbia influito su quanto scrivo/ho scritto. Soprattutto parlo di un mondo fluido e sfuggevole come quello dei ricordi, tant'è che un lettore ha scherzato sul nome della protagonista delle storie (e anche io narrante)di nome Nara in Rana :)))!
    Se vuoi una copia, sia virtuale che cartacea, mi farà molto piacere inviartela.
    Ciao e buona domenica!
    Nou

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  3. Nou, leggere i tuoi scritti è un piacere unico!

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  4. Grazie Stella. Quello che mi propongo è soprattutto il comunicare con autenticità: dire e ascoltare senza paura e pregiudizio...per quanto meglio mi sia possibile.
    In questo spazio virtuale la comunicazione manca di certi aspetti, è filtrata. In compenso offre l'opportunità di meditarla e quindi di prendersi dei tempi di riflessione e secondo me questo aumenta la consapevolezza. Sta a noi essere soggetti e non oggetti come in tanti altri ambiti.
    Anch'io leggo i tuoi post con molto piacere e interesse.
    Ciao e buona domenica, Nou.

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  5. Gradirei molto leggere i tuoi racconti e opterei per la copia cartacea.
    Buona domenica anche a te
    Cristiana

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  6. Nara una rana : )
    Grave delitto.
    Non si deve badare alla differenza uomo-donna. La parità intellettuale esula dal sesso di appartenenza. Il medesimo racconto sarebbe potuto benissimo essere narrato da un maschio tra maschi. La protagonista, infatti, è l' autostima.

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  7. Anch'io vorrei leggere qualcosa di tuo, Nou!
    Il tuo sguardo, infatti, è molto attento e sottilmente arguto.
    Ricavo questa impressione dai tuoi post e dai commenti.
    Più in generale, mi piace come scrivono ed anche come raccontano (anche quando non scrivono) le donne: avete un modo più introspettivo del nostro e raramente banale.
    Questo, benchè naturalmente esistano anche delle eccezioni.
    Un caro saluto!

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  8. Io vi ringrazio per la fiducia. Ora ho il timore di deludervi, ma è in rischio che va corso, soprattutto alla mia età (over sixty):)))!
    @Cristiana
    @Riccardo
    @Tutti gli amici blogger che lo desiderassero: se volete comunicarmi un vs recapito postale per il cartaceo o se preferite un file PDF, la mia mail è: lacasina.fusetti@tin.it
    @Laura: grazie per il sostegno. L'autostima deve essere l'ultima a morire ;)
    Un caro saluto a tutti voi e grazie dei vostri commenti: troppo buoni!
    Bye, Nou.

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  9. Ciao Franca, prendo spunto dal tuo racconto (non perdi mai l’abitudine di essere brava!) e dai commenti che hai ricevuto, per una brevissima riflessione sulla sensibilità; che magari non ci azzecca col contesto, ma discorrendo fra amici ci sta che qualcuno possa andare fuori tema. Riflessione:
    “Che starna la vita! Uomini “misconosciuti” che hanno le qualità per onorare le donne, incontrano donne che, emulando i maschi, li fanno sentire inadeguati e non amati per quel che sono.
    Capiterà mai che l’incontro fra i due poli meritevoli sia la realtà più diffusa?”
    Franca, aspetto un tuo racconto che parli della “rara” sensibilità dell’uomo. Di quella sensibilità che vi fa sentire di essere il centro del nostro mondo, il primo e irrinunciabile senso del nostro vivere. Che parli del sentimento per voi cementato nel nostro cuore; quel sentimento che non si sgretolerà mai, neppure quando il tempo dell’apparenza sarà tramontato. Un “rinnovarvi il merito”, sempre, ben oltre il tempo che dirà l’amore.
    Conosco bene le tue qualità e so per certo che lo saprai scrivere.
    Un caro abbraccio ed un bacio.
    Do-di-Basso

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  10. Ciao Claudio, sento odore di sopravvalutazione delle mie capacità da parte tua, segno di stima e anche di affetto: ti ringrazio.
    Sulla sensibilità nel rapporto d'amore, credo che
    i cuori gioiscano o soffrano senza distinzione di genere; è la manifestazione dei sentimenti che cambia per condizionamenti culturali. Certamente non siamo fatti in serie; ci sono uomini molto sentimentali e teneri, e donne rigide ancorché ciniche: forse anche solo pragmatiche che vivono il rapporto sentimentale calato nell'organizzazione dinamica della loro esistenza. Ehm... mi sa che i due tipi umani non possano comprendersi...
    Io apprezzo molto la delicatezza e l'atteggiamento attento ai particolari da parte degli uomini per quanto la loro natura lo consenta, e trovo giusto che manifestino anche con le lacrime un dolore, una gioia: che mostrino la loro sensibilità. Per una donna sentirsi al centro del mondo dell'uomo deve essere una grande gioia, perché significa sentirsi amata,riconosciuta come compagna; così l'uomo per la donna. Ma questa felice ipotesi è molto rara a verificarsi e, sinceramente penso sia un'idea romantica, un desiderio di felicità in amore che non si realizza. Per la mia esperienza personale posso affermare che non si è verificato mai, se non nell'illusione! Ciò non significa che io non sia stata felice e che mi sia mancato l'amore; forse questa circostanza mi ha portato a comprendere altre sfaccettature dell'amore.
    Un carissimo abbraccio anche a te.
    Ciao, Nou (Franca)

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  11. Il verde del Po ti è venuto a trovare, assieme alla sua fauna volante ed alle sue dolci memorie fotografiche. Fluirà ogni giorno con te. Ti seguo su una zattera accarezzata da onde antiche, lente, corpose. Ribadisco, la sensibilità non ha sesso..

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  12. Grazie Laura* della tua osservazione. La nuova scelta cromatica e grafica del mio blog è stata istintiva e solo ora mi accorgo quanto sia calzante: io avevo solo riflettuto sui gabbiani (?) che se ne volano via dal blog liberi e mi davano respiro...
    Se la nostra lingua contenesse il genere neutro la sensibilità rientrerebbe in quella categoria.
    A presto, Nou.

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