giovedì 15 giugno 2023

Son giorni che ci penso, testo di Vito Mancuso

 

Son giorni che ci penso: il peccato irredimibile di Berlusconi, per me, è stato proprio il suo essere araldo e alfiere della più bieca volgarità. 


"Cosa infetta precisamente il berlusconismo? Risponderò presto, prima però voglio ricordare questa frase di Hegel: «La filosofia è il proprio tempo colto nei pensieri». Io penso che quello che vale per la filosofia, valga, a maggior ragione, per l'economia e la politica: il loro successo dipende strettamente dalla capacità di saper cogliere e soddisfare il desiderio del proprio tempo. Berlusconi è stato molto abile in questo. Con le sue antenne personali (al lavoro ben prima che installasse a Cologno Monzese le antenne delle sue tv) egli seppe cogliere il desiderio profondo del nostro tempo, ne riconobbe l'anima leggera e se ne mise alla caccia esercitando tutte le arti della sua sorridente e persistente seduzione. Si trasformò in questo modo in una specie di sommo sacerdote della nuova religione che ormai da tempo aveva preso il posto dell'antica, essendo la religione del nostro tempo non più liturgia di Dio ma culto ossessivo e ossessionante dell'Io. Il berlusconismo rappresenta nel modo più splendido e seducente lo spodestamento dell'antica religione di Dio e la sua sostituzione con la religione dell'Io. E il nostro tempo se ne sentì interpretato in sommo grado, assegnando al fondatore i più grandi onori e costituendolo tra gli uomini più ricchi e più potenti non solo d'Italia.

Ho parlato del berlusconismo come di un'infezione, ma cosa infetta precisamente? Non è difficile rispondere: la coscienza morale. Il berlusconismo rappresenta la fine plateale del primato dell'etica e il trionfo del primato del successo. Successo attestato mediante la certificazione dell'applauso e del conseguente inarrestabile guadagno.

Vedete, Dio, prima, lo si poteva intendere in vari modi: nel senso classico del cattolicesimo e delle altre religioni, nel senso socialista e comunista della società futura senza classi e finalmente giusta, nel senso liberale e repubblicano di uno stato etico quale per esempio lo stato prussiano celebrato da Hegel, nel senso della retta e incorruttibile coscienza individuale della filosofia morale di Kant, e in altri modi ancora, tutti comunque accomunati dalla convinzione che esistesse qualcosa di più importante dell'Io, di fronte a cui l'Io si dovesse fermare e mettere al servizio. Fin dai primordi dell'umanità il concetto di Dio rappresentò esattamente l'emozione vitale secondo cui esiste qualcosa di più importante del mio Io, del mio potere, del mio piacere (a prescindere se questo "qualcosa" sia il Dio unico, o gli Dei, o l'Urbe, la Polis, lo Stato, la Scienza, l'Arte o altro ancora).

Ecco, il trionfo del berlusconismo rappresenta la sconfitta di questa tensione spirituale e morale. In quanto religione dell'Io, esso proclama esattamente il contrario: non c'è nulla di più importante di Me. Non è certo un caso che il partito-azienda del berlusconismo non ha mai avuto un successore, e ora, morto il fondatore, è probabile che non faccia una bella fine.

Naturalmente questa religione dell'Io suppone quale condizione imprescindibile ciò che consente all'Io di affermare il suo primato di fronte al mondo, vale a dire il denaro. Il denaro era per il berlusconismo ciò che la Bibbia è per il cristianesimo, il Corano per l'islam, la Torah per l'ebraismo: il vero e proprio libro sacro, l'unico Verbo su cui giurare e in cui credere. Il berlusconismo è stato una religione neopagana secondo cui tutto si compra, perché tutto è in vendita: aziende, ville, politici, magistrati, uomini, donne, calciatori, cardinali, corpi, parole, anime.

Tutti hanno un prezzo, e bastano fiuto e denaro per pagare e ottenere i migliori per sé. Chi (secondo la dottrina del berlusconismo) non desidera essere comprato?

Il berlusconismo ha rappresentato un tale abbassamento del livello di indignazione etica della nostra nazione da coincidere con la morte stessa dell'etica nelle coscienze degli italiani. La quale infatti ai nostri giorni è in coma, soprattutto nei palazzi del potere politico. Ma cosa significa la morte dell'etica? Significa lo spadroneggiare della volgarità, termine da intendersi non tanto come uso di linguaggio sconveniente, quanto nel senso etimologico che rimanda a volgo, plebe, plebaglia, ovvero al populismo in quanto procedimento che misura tutto in base agli applausi, in quanto applausometro permanente che trasforma i cittadini da esseri pensanti in spettatori che battono le mani. Ovvero: non è giusto ciò che è giusto, ma quanto riceve più applausi. Ecco la morte dell'etica, ecco il trionfo di ciò che politicamente si chiama populismo e che rappresenta la degenerazione della democrazia in oclocrazia (in greco antico "demos" significa popolo, "oclos" significa plebaglia).

(...)

Ricordo che una volta mi trovavo con un imprenditore all'autodromo di Monza per una convention aziendale e, forse per la vicinanza di Arcore, forse chissà per quale altro motivo, egli prese a parlarmi di Berlusconi. Mi disse che molti anni prima gli aveva indicato una massa di gente lì accanto e poi gli si era rivolto così: «Secondo lei, quanti sono gli intelligenti là dentro? Il 10 percento? Ecco, io mi occupo del restante 90 percento». Questa è stata la politica editoriale delle sue tv che hanno portato alla ribalta personaggi fatui ed equivoci e hanno fatto strazio della vera cultura.

Il berlusconismo ha di fatto affossato nella mente della gran parte degli italiani il valore della cultura, riducendo tutto a spettacolo, a divertimento, a simpatia falsa e spudoratamente superficiale, a seduzione. Seduzione da intendere nel senso etimologico di sé-duzione, cioè riconduzione a sé di ogni cosa, secondo quella religione dell'Io che è stato il vero credo di Silvio Berlusconi e da cui non sarà facile liberare e purificare la nostra "povera patria" (come la designava, proprio pensando al berlusconismo, Franco Battiato)."


Vito Mancuso


11 commenti:

  1. Il berlusconismo ha rappresentato un tale abbassamento del livello di indignazione etica della nostra nazione da coincidere con la morte stessa dell'etica nelle coscienze degli italiani.
    Questo pesante precedente, ha permesso che tutte le nefandezze che la "patria" nel senso di Battiato, assorbisse qualsiasi conformismo proposto dagli schermi tv

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    1. Buongiorno Berica!

      Avevo già tentato l'invio di una risposta al tuo commento qualche giorno fa.
      Poi è sparito, o meglio non è ricomparso dopo l'invio
      In sintesi ribadivo che abbiamo sempre avuto uno consapevolezza critica sul fenomeno berlusconi e berlusconismo.
      I danni provocati sulle ultime generazioni dalle sue televisioni sono incalcolabili e si ripercuoteranno per molto tempo ancora.
      Purtroppo, non solo i media si sono contaminati ma anche la scuola e la sanità. Sento che si dovrebbe, di nuovo, ricominciare dal '68.
      Ma siamo ormai così stanchi...

      Un abbraccio
      Nou

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  2. I miei complimenti a Vito Mancuso e a te che hai postato le sue parole (presumo condividendole). Ti lascio qualche mia riflessione su ciò che ho appena letto. Un individuo, o una società, che non contempli qualcosa di più grande dell’Io è un individuo, o una società, fondamentalmente schizofrenico. Questo qualcosa di più importante dell’Io Jacques Lacan l’avrebbe chiamato l’Altro, e con l’Altro dobbiamo farci i conti, non lo si può “forcludere”, non lo si può lasciare fuori dalla porta, anche perché l’Altro ti rientra dalla finestra, sotto forma di delirio, allucinazione, volgarità, frenesia sessuale, megalomania, narcisismo sfrenato, mancanza di scrupoli, manipolazione altrui …
    Dalla lettura ho tratto la conclusione che sembrerebbe essere stato Berlusconi ad originare quella che Mancuso chiama “la religione dell’Io”, questo non lo condivido. Berlusconi ne è il prodotto più maturo, ma essa gli preesisteva, egli stesso ne era ammalato e ha rappresentato (e rappresenta tuttora) il sacerdote più acclamato di questa religione.
    Gli è bastato essere se stesso per avere successo, per trovare sulla sua strada molti sodali, per avere tutte le porte aperte (anzi spalancate) ad ogni sua idea e progetto.
    Berlusconi ha sdoganato il peggio di noi stessi, anche chi l’ha contrastato, chi l’ha avversato, ne è rimasto in qualche modo contagiato e sporcato (vedi che fine ha fatto la sinistra), ma ciò che lui ha sdoganato, ripeto, preesisteva, non l’ha inventato lui.
    E preesisteva così tanto che non si tratta più di un fenomeno solo italiano, ma mondiale: morti tutti gli dei, rimangono sulla scena solo buffoni, nani e ballerine.
    Ciao

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    1. Garbo, ti ringrazio per le tue riflessioni. Sono molto gradite, e mi tengono occupata la mente.
      Mi danno spunti diversi di risposta.
      Mi viene soprattutto in mente come si sia persa la concezione di sacralità dell'essere.
      Berlusconi è stato tutto quanto si legge nel post più (io penso) un profanatore.
      Non mi sento di entrare nella dialettica di Lacan. Certamente, l' Altro, non apparteneva alla coscienza di né alla consapevolezza dei risvolti schizofrenici del suo rifiuto. Però ha tenuto fede a sé stesso fino alla fine o meglio dire, fino alla fine della sua vita terrena. Quello che mi dispiace è che non si sa quando se ne vedrà la fine anche della sua ideologia.

      Un abbraccio
      Nou

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    2. P. S.
      Eppure c'è una guerra in Europa in corso...
      Eppure ci sono cambiamenti climatici spaventosi...
      Eppure intere popolazioni alla fame...
      Eppure tragedie di migranti nel mediterraneo e profughi nei campi stipati come bestie.
      Eppure ci sono 3 o 4 unità navali per cercare lo scafo sottomarino nella profondità dell'oceano....
      Se non è schizofrenia questa!

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  3. I danni fatti negli anni sono tanti, ricordo anche gli scioperi fatti contro il suo governo. Purtroppo si è passato dalla padella alla brace, l'attuale governo sembra anche peggiore, fatto da nostalgici fascisti e opportunisti, non prevedo un bel futuro.

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  4. Mi piace la riflessione di Mancuso sul berlusconismo ma alla prima domanda, quando si chiede cosa infetta il berlusconismo mi sento di dissentire, il berlusconismo è lui l'infezione, non c'è niente che lo infetti è il morbo, è "la fiera dalla coda aguzza... che tutto il mondo appuzza", non c'è niente che possa infettarlo anche perchè nulla è peggio.
    Ciao Nou, grazie di essere passata ada me.

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    1. Paolo, su berlu io la metterei così: un morbo che attacca organismi con sistema immunitario degradato e predisposto alla malattia. Un fenomeno transnazionale di una umanità che ha perso gli antichi connotati e che fa fatica a trovare un percorso nuovo che porti a una maggiore felicità per tutti. Sembrava che la democrazia e i diritti civili avrebbero dato un senso nuovo alle nostre vite, ma il denaro, il lavoro, il modello economico ha schiavizzato l'occidente e ora anche il mondo orientale a scapito del continente africano... Sono i soliti discorsi che forse mi portano a pensare che il defunto Berlusconi sia stato un figlio del suo tempo maledettamente nefasto degli antichi valori.
      Trovo bello riuscire a "ciacolare" ancora fra di noi e ringrazio gli acciacchi che ancora non sono arrivati alla testa! O, perlomeno, così credo!
      Un abbraccio
      Nou

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    2. MI pare una analisi centrata e che mi fa pensare che se non ci fosse stato Berlusconi ce ne sarebbe stato un altro come lui dato che i tempi erano matiri.
      Ma poi perchè è capitato proprio a noi? Forse perché qui c'è più spazio per i delinquenti coi colletti bianchi?
      Ciao cara.

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    3. Non abbiamo accennato alla mafia che è un fenomeno presente in ogni Paese, ma come da noi(!!!) in nessun altro e proprio fra i colletti bianchi!

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