giovedì 16 febbraio 2017

Uomini soli

foto da web





Tutto è silenzio nella notte
Vagano parole nello spazio muto
-le ode la mente dell’universo-

Respiri lenti e stanchi, eppur ritmati,
risalgono dal profondo sonno degli elementi
in una loro incompresa armonia

Distesa sulle stratificazioni del tempo
-nel centenario letto-
Vi adagio le decadenti membra
E gli ancor giovanili pensieri
Scalpitanti di sdegno per i nuovi giorni:
violenti, voraci e vuoti tempi
di uomini soli.

13 commenti:

  1. Cara Nou, rieccomi dopo che quella brutta malattia ai polmoni se ne è andata, sono qui per lasciare un mio caloroso saluto.
    Molto bella la poesia che ci ai fatto vedere.
    Ciao e buona giornata cara amica con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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  2. Hai ragione, molte azioni disperate derivano dalla solitudine.
    Bellissimi versi!
    Cristiana

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  3. Molto bella.
    Buon fine settimana, ciao.

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  4. Vero, l'età non conta. Contano i palpiti.
    Bellissima Nou.

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  5. Il tuo scalpitante sdegno per i nuovi giorni non è privo di clemenza verso la solitudine che origina la violenza e la voracità. C'è molto da riflettere sui tuoi versi e io combatto continuamente con me stesso per cercare di capire se la solitudine e causa o effetto di tanta violenza e voracità. Ti abbraccio.

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  6. Silvia, Tomaso, Cristiana, Giancarlo, Mariella, Antonio, vi ringrazio dei vostri commenti. Penso di rispondere a tutti rispondendo alla riflessione di Antonio e sul suo chiedersi da dove derivi la solitudine dell'uomo. Difficile trovarne la ragione, più facile è attribuirne gli effetti. E rispondendo a Antonio mi azzardo ad osservarla secondo il mio personale convincimento e cercando di tradurlo.
    La mia espressione: “uomini soli”, in questo post, vuole esprimere una resa alla compassione, perché sembra esserci null’altro da fare.
    In realtà, anch’io non saprei dire se la solitudine sia causa o effetto di un agire contro il nostro stesso interesse di felicità.
    Di fatto penso che l’umanità basi la propria vita sulla supremazia degli uni sugli altri , attraverso situazioni e reazioni atte a questo scopo o necessità imprescindibili.
    Tutto inizia dalle più piccole banalità, fino a raggiungere, attraverso complessi meccanismi mentali e sociali, le atrocità della guerra.
    C’è un bisogno di annientamento che lascia allibiti! Una vocazione alla morte anziché alla vita:la vita che è unione, la morte che è solitudine.
    ....
    Vi abbraccio

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  7. Davvero bella, Nou! Pochi versi, ma intensi...
    Spesso la solitudine è subita; altre volte, provocata da una vita ce è stata ridotta a brutale ed anche ottusa competizione. Una competizione che a sua volta, trasforma la società in un campo di battaglia.
    Ma in natura, oltre alla competizione, esiste anche la collaborazione.
    Addirittura, spesso vediamo che collaborano tra loro perfino i mafiosi, mentre le persone in teoria oneste, si fanno la forca a vicenda. Che rabbia, che tristezza!
    Una volte, come avevi detto in un precedente commento, si pensava di cambiare il mondo e si pensava molto alla giustizia. Oggi... stendiamo un velo pietoso.
    Eppure, è importante poter dialogare almeno tra noi utilizzando la lingua del rispetto, della solidarietà e della cultura. Una cultura, per fortuna, non pesantemente libresca.
    Abbraccione!
    Riccardo

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    1. Riccardo, una cultura non libresca ci dà ancora la dimensione empatica del nostro essere insieme nel tratto di vita che ci è stata assegnata dal caso è che non può sfuggirci del tutto, malgrado tutto.
      Un abbraccio
      Nou

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  8. "...violenti, voraci e vuoti tempi"
    Progressione finale che dice molto (sui versi, ma non solo...).

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    1. Grazie Alligatore, da molto ho seguito/seguo i tuoi commenti nei blog amici e un po'ti conosco. Mi fa piacere uno scambio diretto, passerò presto da te.
      Ciao, Noi :-)

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