mercoledì 27 gennaio 2010

Dissertazione incompleta...

Sulle parole

E’ così per me: anche le parole hanno un corpo, un’anima e addirittura una personalità.
Mentre le penso, nella mia mente si forma l’immagine del loro significato. Talora sono evocazione di gioia, di
serenità, spesso di dolore o amarezza. Sentimenti tra loro contrastanti.
Mentre traccio con la biro i segni convenzionali delle lettere di cui si compongono mi sento indotta alla simpatia o antipatia. Le considero belle o brutte a prescindere dal loro etimo.
Per alcune provo empatia: siamo in sintonia, al di là di ogni attribuzione linguistica codificata.
Fra loro, ce ne sono di una potenza seducente irresistibile: sono parole nate per me. Entrano in me per essere me. Si fondono con i miei pensieri. Sono certa di questa affinità, avendo riscontrato che altre, pur entrando, subito cominciano a scalpitare, a stridere, come se dentro di me non ci fosse l’habitat a loro congeniale. Se ne vogliono ritornare da dove sono venute, per essere altro da me, per ritornare energia inafferrabile, per fluttuare nel cosmo e raggiungere la dimora dell’infinità intergalattica. Parole che si possono dilatare o condensare a dismisura. Parole alla ricerca di altri habitat, di altre anime.
-Che cos’è l’anima?
-L’ anima è il nostro cervello, ha risposto la scienziata Margherita Hack.
Le parole entrano ed escono dal nostro cervello, dunque le parole sono anima - dico io - ed è come rincorrere il quesito se sia nato prima l’uovo o la gallina.

2 commenti:

  1. Ci sono parole per me che, per quello che contano, vorrei avessero un corpo per abbracciarle e tenermele strette.
    Forse sono un po' egoista.

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  2. Non egoista, anzi! Se le ami così tanto sono già dentro di te e non temere perché l'amore è il loro corpo spirituale.
    Grazie di essere passato.
    Bacioni!

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