Le parole, e in questo caso
specifico le immagini, seguono un loro cammino e producono delle relazioni.
Proprio così. La riprova mi arriva da Giulio Colla, appassionato naturalista
fotografo, che dopo due anni scopre una delle sue molte foto ad illustrare il
mio racconto “Brunello serpentello
curioso” Qui
Giulio avrebbe salvato il
superbo esemplare di biacco malcapitato attorno all’abitazione di due famiglie
deltine, terrorizzate dalla sua presenza.
Bastava lasciarlo andare, Brunello.
Si sarebbe salvato da solo scomparendo sotto l’argine del Po e, certo, non mi è
facile dimenticare l’episodio.
Così mi scrive benevolmente
Giulio Colla:
“So che, in genere, per
tantissimi motivi, i serpenti sono odiati e temuti, da quasi tutti. Tuttavia ho
avuto grandi soddisfazioni cercandoli, catturandoli e fotografandoli.
Ad una vipera strana,qui sotto
(da me
catturata e postata) mai studiata prima in Italia é stato proposto il mio nome,
si chiamerà infatti Atra Concolor Juliensis.Qui
Non ridere, so che esistono
modi migliori per lasciare impronte di se, ma a me fa molto piacere essere
ricordato col nome di una vipera. Se hai spazio sufficiente in casella postale,
potrei inviarti uno slide show che ho realizzato in occasione della prima
cattura da parte dello scienziato svizzero che ho accompagnato sul luogo del primo
ritrovamento, per poterle studiare.
In realtà, a questo
serpente, che ho tenuto con me per 7
giorni, ho avuto modo di scattare diverse foto, per l'esattezza 291, (che
conservo ancora) il giorno in cui decisi di liberarlo, in un bosco del Parco
Naturale del Monte Beigua ai confini tra Piemonte e Liguria. Quii ve ne sono
alcune.
Ho notato anche che questo
blog si è arenato nel 2010, se credi, potresti risvegliarlo rivelando la vera
notizia: all'epoca era vivo e lontano da habitat umani, mi piace credere che lo
sia tutt'ora.”
Che storia curiosa ci raccontate te e Giulio. Serpentelli o vipere piccoli animali che a volte mettono paura.
RispondiEliminaUn caro saluto,
aldo.
Nel Delta del Po non credo ci siano vipere o se ce ne sono, sono molto rare, ma biacchi e biscie d'acqua se ne trovano lungo le sterpaglie degli argini. Brunello era proprio bello, e gli dicevo di scappare, ma lui pensava di essere sufficientemente nascosto lungo uno zerbino, tragica storia per lui. Mia madre era letteralmente terrorizzata. Racconta che qualcuno se n'è trovato uno in casa. C'è la credenza che siano ghiotti di latte e per questo molto pericolosi per i neonati. Oggi che tutti sono provvisti di zanzariere e che diserbano attorno alle case è molto difficile che questo avvenga.
EliminaUn abbraccione Aldo!
EliminaBello bello il tuo racconto appena letto!
RispondiEliminaNon saprei perchè i serpenti facciano così paura, l'associazione a un animale velenoso anche quando non lo è? l'infido e silenzioso strisciare? Interiorizzazioni di affabulazioni religiose? Non so, ma mia madre ad esempio rischia uno svenimento anche solo se ne vede uno sul giornale... E l'uomo è una bestia che quando ha paura attacca, e spesso anche quando non ne ha.
Ciao Cri!
EliminaSe mia madre non ne avesse saputo nulla, mi sarei opposta con la dovuta forza contro l'uccisione del biacco. Ma, devi sapere che lei ha 99 anni e vive da sola, con l'unica grande paura solo dei serpenti. Ho temuto che l'animale ritornasse per cacciare, probabilmente rincorreva qualche topolino, e così non ho fatto il mio dovere verso il rettile, per farlo verso mia madre. Una scelta che mi pesa. Ragionandoci su, di biacchi ce ne saranno sicuramente degli altri e, magari, Brunello non sarebbe più riapparso, ma non c'è stato il tempo di ragionare in modo sensato.
Sono coincidenze davvero belle, degne di diventare appendici di racconti o nuovi racconti a sé stanti!
RispondiEliminaUn abbraccio grande.
E' stata una bella sorpresa per me conoscere Giulio Colla. Un'altra l'ho avuta anni fa in cui un insegnante ha preso spunto per una lezione da un mio breve scritto dialettale in cui descrivevo l'andare a prendere acqua a Po.
EliminaSono riuscita a trovare il testo :)
Andar a Po
Quand’ ca iera piccola
à gheva supersò diese o dodz’ani
andea a Po da mi sola
a tor acqua col basolo opure a man.
A’ montea su pr’ i scalin dl’arze da Po
prima su e dop’ so
finc’ a’ rivea al sasso ch’el balava tuto
el iera quelo el più v’ssin a l’acqua
acsì, a’ podea fondar meio el secio.
L’acqua
la iera acsica bela
ch’ogni volta a’ m’feva voia
d’butarm drento.
La voia la iera granda,
ma la vose d’me mama
ch’la m’d’sea c’a’ m’saria ngà,
la iera ancora più granda.
Andar a Po
la iera la roba più bela.
Pur d’ vedre l’acqua corre
a’nsò quanti seci c’à n’àvria portà.
Un abbraccione :)
Nou
Sono esseri viventi, cara Nou, e credo che hanno il diritto di essere rispettati. Sicuramente bisogna fare attenzione di non disturbarli, l'istinto è la loro difesa.
RispondiEliminaTomaso
Attaccano solo per difesa e dopo aver avvisato delle loro intenzioni.
EliminaCiao Tomaso :)
No dai, i serpenti no.
RispondiEliminaPaura eh!? Anch'io nella mia vita precedente all'embolia polmonare, rabbrividivo persino alla vista delle lucertole. Poi non più, sono cambiata e come dice Tomaso sono creature da rispettare e lasciarle al loro habitat.
EliminaCiao:)
Noo, povero Brunello :-(
RispondiEliminaOh, sì!, Silvia. Non potrò mai dimenticarlo :((
RispondiEliminaMa sai che quasi quasi mi hai fatto diventare un'appassionata di serpenti?
RispondiEliminaGrazia, lui ha alzato la testa e l'ha girata verso di me sibilando mentre gli dicevo di scappare...era pieno di paura e non ce l'ha fatta. Era bellissimo!
RispondiEliminaCiao Nou, che belle storie...
RispondiEliminaIo i serpenti non li frequento ma in Marocco ne ho toccato uno e non era per niente viscido come me l'ero immaginato.
Ho letto la tua poesia Andar a Po e la trovo mirabile. Complimenti!
(sono anche orgogliosa, da calabrese, di averla capita tutta: la potenza evocativa del dialetto è magica)
Ho scritto in dialetto "a orecchio" poi ho saputo che c'era qualcosa da cui avrei potuto imparare a fare meglio come in questa poesia di
EliminaGiovanna Manzolli Modonesi
Fradelo Burligiù
Quando ca-t’iè rivà
infin la scala l’ha cantà
sot’i to passi,
l’ha.t’sentì?
E dai fnestre spalancà
a t’è gnù incontra a farte ssiera
el to mondo da ‘na volta:
La vale,
tuta dostirà,
l’ara col pustisso d’co da l’orto,
la strena del clinton,
el salze storto
ormai seco carolà.
A t’iè gnu zò,
fradelo Burligiù,
par vedre la to zente
restà chi
a sentir ancora, a-sigar col galo?
l’ultima cariola,
a vardar’el sole,
alvars’su da Po bonora
lu, el sole, ostia del Signore
su’n altare d’acqua corentiva,
e in sul calar dla sira.
dosfarse in spala à la risara sfogonà
Sentà con nantri sul foglaro dla baraca
(adesso la cusina l’è el tinelo)
e t’ha supià la cana drio smorsarse
e insieme ai stele
a s’è inpissà el stupin di arcordi:
un rosari lungo
cargo do misteri tribulà.
Na stamisà do fati
d’imbrusuri dosmentgà
d’arzri ruti ogni San Martin
e numi
numi…
un lunari intiero
perso par i fossi del destin.
Ogni sira a t’ha magnà el saore,
e t’ha vardà me mama in tla curnisa.
Ogni sira
a t’ha dostacà el brustlin in t’el parolo
e po, col cuore immagonà, in pressia
e t’ha sercà qualcossa
in t’l’ultima faliva del stisson.
Cossa,
fradelo Burligiù?…
Ciao Nina e grazie :)
Purtroppo non diventerò mai un'appassionata di serpenti.
RispondiEliminaLa tua poesia e anche io l'ho capita. Complimenti!
Bacio ciao!
Rosy, è cominciata come prosa, in un momento di tantissimi anni fa, comunque da maggiorenne, in cui ho incominciato ad avere nostalgia del passato e a pensare di dover dare forma ai ricordi. Non ho cambiato poi molto, solo snellito il testo di qualche congiunzione e pronome relativo con relativa frase subordinata di cui abuso quasi sempre. Credo sia il mio ricordo più bello :)
EliminaUn abbraccio
Nou
Il bello della rete,Nou, quando la si sa usare come mezzo di buona comunicazione.
RispondiEliminaE così nasce anche la curiosità,il confronto.
Non ho particolarmente paura,nell'orto ne avevamo due neri,ospiti se non graditi,ben tollerati .Certo meglio a debita distanza..I tuoi post sono sempre ricchi di spunti di riflessione,e le due poesie sono davvero una chicca,ho capito meglio la prima,la tua.Un abbraccio
Chicchina, ti ringrazio delle tue osservazioni e delle belle parole.
RispondiEliminaScusami del ritardo. Credevo di aver già risposto.
Un abbraccio
Nou