Ciao amici! Questo Natale per me è caratterizzato da una aritmia cardiaca che tengo rigorosamente sotto controllo medico. Per il resto della famiglia tutto procede secondo i programmi. Tutto bene quindi!
Tanti auguri a tutti con affetto.
Un abbraccio Nou
lunedì 23 dicembre 2019
domenica 16 giugno 2019
mercoledì 15 maggio 2019
domenica 21 aprile 2019
Pasqua 2019
Ciao amici! Buona Pasqua! Questa torta salata l'ho fatta io con la pasta brisée sperimentata per la prima volta. Non ci credevo che sarebbe riuscita. Ho dovuto ricredermi: buonissima!
Tanti auguri per il proseguimento della Pasqua e buona pasquetta. Abbraccio Nou
lunedì 18 marzo 2019
Un fiore del tempo
Sono così
stranita
dal tempo
che se ne va:
veloce!
Meglio,
penso, non indugiare
sulle
cose da farsi:
pensieri,
desideri,
ricordi...
Interrompere
la sospensione
come se
il tempo esistesse:
davvero!
(Ho
risposto a una cartolina di un amico ricevuta nel 2002.
L'affetto
non ha subito incrinature, quando ci si vuol bene veramente il tempo non conta:
si è quelli di prima, di oggi, di sempre.
Saggiamente,
lui ha risposto a stretto giro di posta. Altri 17 anni, alla nostra età, sono
un azzardo!)
domenica 27 gennaio 2019
27 Gennaio 2019
27
Gennaio 2019
Non
riesco a lasciare passare questa giornata della Memoria senza ricordare quanto
è successo e quanto ancora succede. Atrocità da non dimenticare mai. Tacere
potrebbe sembrare indifferenza. Testimonio il mio ricordo, presente non solo in
questa ricorrenza, bensì in ogni giorno, per gli echi delle violazioni dei
diritti umani, provenienti da troppi luoghi. Provo sofferenza, indignazione di
non potere fare nulla per le povere vittime martoriate.
Ho
letto più di una volta il Diario di Anna Frank, e non c'è una volta nella mia
quotidiana vita di casalinga che non mi senta a disagio nel gettare i resti
delle verdure, soprattutto quelle che insaporiscono il lesso impregnate di
grasso e che non pensi a quanto avrebbero alleviato i morsi della fame di Anna.
Fame,
paura, tribolazioni, reclusione.
Ripeto
che sono terribilmente sofferente e indignata per ciò che è stato con la Shoah
e per ciò che avviene continuamente. Qualcuno penserà che non si possono
accomunare i diversi periodi storici. Ogni genocidio ha la sua motivazione
storica, ma in fondo tutti sono la conseguenza dell'odio, l'intolleranza e la
sopraffazione.
Non
vi è giorno in cui il pensiero non corra
a loro, e non vi è giorno in cui non si vorrebbe che i delitti contro l'umanità
avessero fine.
Io
voglio credere che molte persone abbiano i miei stessi sentimenti. Ci sono!
Alcuni fanno sentire la propria voce, non ci resta che ascoltarli con la coscienza e con il cuore: i tempi
attuali lo richiedono.
Questo
27 Gennaio 2019 è un'occasione di consapevolezza da non sottovalutare.
Links:
mercoledì 9 gennaio 2019
Incontro in Piazza Ferretto a Mestre
Già postato? Non saprei...un
testo del 2004 influenzato dalla lettura di un romanzo di A.Vitali.
Toh! Mah, guarda te, la Tecla! Mi
son detta, stupefatta. Che ci fa qui in piazza Ferretto. Dovrebbe stare in quel
di Bellano, nel paese di Andrea Vitali. L’ho incontrata attorno a mezzodì.
Passava davanti al negozio di Gentiloni, dove io sbirciavo dalla vetrina per
capire se sugli scaffali ci fosse stata la cera Fila per il cotto, che cercavo
da tempo. Indugiavo, non avevo voglia di entrare. Ed è stato per questo che
l’ho incontrata mentre svoltava l’angolo. Armeggiava con l’ombrello pieghevole,
che sarà comodo perché ci sta nella borsa, disse, rivolta a me, ma non si
indovina mai lo scatto per aprirlo. Tu premi il bottone, ma si apre quando
vuole lui e intanto la prendi.
Posso aiutarla, le ho chiesto. Ma
no, grazie. Tanto devo arrivare alla fermata del Venezia, in via Poerio, due
passi e ghe sbicio anca all’ombrela,
disse in veneziano. Ma l’accento tradiva la sua origine meridionale. Una Tecla calabrese,
contadina del podere strappato al bosco, sull’altopiano silano, dove sua cognata
le cura la piccola proprietà e ogni anno la rifornisce dei meravigliosi frutti
di quelle terre rosse che solo poggiando lo sguardo si muove il languore per i loro
doni. Io, signora, le confessai, provo il desiderio di nutrirmi della vostra
terra rossa. Ne metterei in bocca delle manciate. Devono essere ricche di ferro,
minerale di cui sono sempre stata carente. Ma che mangiare terra, si schernì,
avendomi intesa alla lettera, di limoni, di fichi d’india, di olive e di fichi
nostrani, di mele e tutto il resto, le dico, tutto del ben di Dio che ci
cresce: è di quello che bisogna nutrirsi! E il salamino piccante… disse
illuminandosi in volto, lasciamo stare!
Aveva voglia di chiacchierare
quel donnino minuto dal viso grinzoso coronato da capelli brizzolati e crespi.
Erano trattenuti da un foularino di lanetta. Un triangolo di tessuto esiguo che
le lasciava fuoriuscire due cespi di folta capigliatura dai lati. Uno
scheletrino di donna con il ventre incavato ed il dorso un po’ ingobbito, più
per la mancanza di ciccia che per difetto scheletrico. Gli occhi vispi,
profondi, e sapienti, divenuti con il tempo diffidenti, quel giorno, in quel
momento, erano ridenti, fiduciosi.
Non faceva puff come l’autentica
Tecla. Lei respirava bene, solo muoveva nervosamente il capo quando si agitava.
Sì, mostrava ansia, perché aveva voglia di chiacchierare e devo essere stata
per lei un’occasione da non perdere. Le ho infuso fiducia e si è trovata di
fronte ad una confidente inaspettata. La qualità più rilevante era il mio
anonimato. Una sconosciuta alla quale aprirsi per svuotare l’animo
dall’ingombro di tanti soprusi, e che poi sarebbe svanita nel nulla conservando
i suoi segreti intatti. Segreti che aveva bisogno di condividere per sentirsi risollevata.
Ma segreti che dovevano assolutamente rimanere tali.
Non le confidai, io, che ho la
passione dello scrivere. E, in quel momento, non pensavo certo che mi rimanesse
così presente, un carico pendente: un sovraccarico di notizie difficili da
tenere celate, dentro.
E forse un giorno…
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