
Ho ricevuto con grande piacere
la tua lettera. L’aspettavo.
Sullo scrivere posso solo aggiungere
che scrivere fa bene, non c'è da vergognarsene. Con questo esercizio io sono diventata molto più consapevole
di me stessa. Da qualche parte ho letto che lo scrivere permette all’Io più
profondo di emergere e credo sia vero perché. quando rileggo qualche pagina di
vecchia data, stento a credere di essere stata proprio io a scriverla. C’è una
parte di noi stessi che ha bisogno di prendere forma, come anche tu sottolinei.
Questo bisogno ci viene dalla sensibilità che ci connota e anche dalla
emotività che determinano le nostre relazioni personali e sociali.
Ho sempre, un tempo in modo
accentuato, troppo accentuato, ho sempre la sensazione di non essermi espressa
abbastanza, esercitando inspiegabilmente una forma di censura su me stessa.
Scrivere è terapeutico e
maieutico. Si porta alla luce e ci si cura. Una volta visto che ciò che esce
fuori è, spesso, molto bello, si prende fiducia. E nulla vale di più che lo
stare bene con noi stessi, ne abbiamo pieno diritto e dovere.
Ti ringrazio di avermi
raccontato la tua esperienza di felicità o di eternità (io credo). E’ un fatto
straordinario, forse un assaggio per capire le possibilità del nostro Essere.
I ritmi del tempo cronologico
ingabbiano la nostra esistenza e il sistema della società organizzata la
determina. Abbiamo scelta solo fra ciò che è già stato stabilito, ci muoviamo
nel mondo delle possibilità prestabilite: situazione comoda ma alienante che
non ci permette di essere veramente padroni della nostra vita. Lo diventiamo,
anche solo per un istante, quando la nostra mente (o non saprei quale altra
fonte?, non voglio fantasticare)esce dalla morsa del tempo.
Ho vissuto un’esperienza che
si avvicina alla tua quando ho avuto il primo figlio. Era una bambina, si
chiamava Alessandra. E’ vissuta 72 ore. Al momento della nascita erano le
h6.10 del mattino, nel momento del cambio turno del personale. La puericultrice ha portato
Alessandra nella nursery e la sala parto si è svuotata. Mi hanno lasciata
(abbandonata) per circa mezz’ora, forse più, sola. Le mie condizioni erano
oggettivamente critiche ma io non sentivo alcun disagio anzi ero in uno stato
di felicità piena: non sentivo il tempo,
non sentivo il mio corpo. Il pianto di Alessandra, come saluto al mondo aveva pervaso i miei sensi : avrei potuto
giacere in quell’abbandono come
narcotizzata per un tempo indefinito.
Il terzo giorno ci fu il
doloroso epilogo della sua morte. Sono piombata in una vita molto difficile per
anni con tante vicissitudini complicate. Alla fine (fine, spero!) sono uscita
dal tunnel diventando nonna. Essere nonna mi ha portato una nuova felicità,
leggera come la brezza marina, confortante carezza.
Non sono ancora riuscita a
sciogliere il nodo della perdita della mia bambina, ma ora ho accettato perché
so che il tempo è e ha un valore relativo e sono più consapevole del non-tempo
o eternità. Il mistero della vita è proprio, “credo” sia proprio, nell’essere –
non-essere attraverso i viaggi della
nostra anima che pensa e sente il non-tempo o eternità. Nei momenti di
riflessione sul come e sul quanto della
vita, il mio resoconto evidenzia che ho avuto tutto: avendo provato la piena
felicità e sono cosciente del paradiso. Non so se ho provato tutta la sofferenza
e quindi l’inferno? Forse sì! In ogni caso sono certa di aver già avuto più di
quanto mi meritassi; il resto è tutto un di più e mi sento già pronta a
raggiungere la dimensione dei miei cari che mi hanno preceduta. Sono in pace! E
spero che il trapasso sia un soffio. Non penso al quando.
La tua lettera è un dono che
la sorte ha voluto riservarmi, come la tua conoscenza.
La vita è davvero
misteriosamente affascinante. I nostri percorsi si sono incrociati per ignote
ragioni, ma certamente al fine di continuare il cammino con più forza.
Caro amico, i fatti della vita
sono irripetibili, ma di essi rimane la vita con cui li abbiamo vissuti, la
quale è senza tempo - bella, struggente: è il Tutto.
Sono così sciocca, ancora
oggi, talvolta, a interrogarmi sul perché non sono diversa da come sono e per
come mi conosco, sul perché mi sento inadeguata. Ma dopo un attimo mi ricollego
mentalmente e con gratitudine al Tutto che tutto comprende, persino me! … e,
non manca mai il mio pensare che giriamo e giriamo su questo pianeta
incredibilmente sospeso nello spazio cosmico...