foto da web
Tutto è silenzio nella notte
Vagano parole nello spazio muto
-le ode la mente dell’universo-
Respiri lenti e stanchi, eppur ritmati,
risalgono dal profondo sonno degli elementi
in una loro incompresa armonia
Distesa sulle stratificazioni del tempo
-nel centenario letto-
Vi adagio le decadenti membra
E gli ancor giovanili pensieri
Scalpitanti di sdegno per i nuovi giorni:
violenti, voraci e vuoti tempi
di uomini soli.
Che bella Nou, grazie.
RispondiEliminaCara Nou, rieccomi dopo che quella brutta malattia ai polmoni se ne è andata, sono qui per lasciare un mio caloroso saluto.
RispondiEliminaMolto bella la poesia che ci ai fatto vedere.
Ciao e buona giornata cara amica con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Hai ragione, molte azioni disperate derivano dalla solitudine.
RispondiEliminaBellissimi versi!
Cristiana
Molto bella.
RispondiEliminaBuon fine settimana, ciao.
Vero, l'età non conta. Contano i palpiti.
RispondiEliminaBellissima Nou.
Il tuo scalpitante sdegno per i nuovi giorni non è privo di clemenza verso la solitudine che origina la violenza e la voracità. C'è molto da riflettere sui tuoi versi e io combatto continuamente con me stesso per cercare di capire se la solitudine e causa o effetto di tanta violenza e voracità. Ti abbraccio.
RispondiEliminaSilvia, Tomaso, Cristiana, Giancarlo, Mariella, Antonio, vi ringrazio dei vostri commenti. Penso di rispondere a tutti rispondendo alla riflessione di Antonio e sul suo chiedersi da dove derivi la solitudine dell'uomo. Difficile trovarne la ragione, più facile è attribuirne gli effetti. E rispondendo a Antonio mi azzardo ad osservarla secondo il mio personale convincimento e cercando di tradurlo.
RispondiEliminaLa mia espressione: “uomini soli”, in questo post, vuole esprimere una resa alla compassione, perché sembra esserci null’altro da fare.
In realtà, anch’io non saprei dire se la solitudine sia causa o effetto di un agire contro il nostro stesso interesse di felicità.
Di fatto penso che l’umanità basi la propria vita sulla supremazia degli uni sugli altri , attraverso situazioni e reazioni atte a questo scopo o necessità imprescindibili.
Tutto inizia dalle più piccole banalità, fino a raggiungere, attraverso complessi meccanismi mentali e sociali, le atrocità della guerra.
C’è un bisogno di annientamento che lascia allibiti! Una vocazione alla morte anziché alla vita:la vita che è unione, la morte che è solitudine.
....
Vi abbraccio
Davvero bella, Nou! Pochi versi, ma intensi...
RispondiEliminaSpesso la solitudine è subita; altre volte, provocata da una vita ce è stata ridotta a brutale ed anche ottusa competizione. Una competizione che a sua volta, trasforma la società in un campo di battaglia.
Ma in natura, oltre alla competizione, esiste anche la collaborazione.
Addirittura, spesso vediamo che collaborano tra loro perfino i mafiosi, mentre le persone in teoria oneste, si fanno la forca a vicenda. Che rabbia, che tristezza!
Una volte, come avevi detto in un precedente commento, si pensava di cambiare il mondo e si pensava molto alla giustizia. Oggi... stendiamo un velo pietoso.
Eppure, è importante poter dialogare almeno tra noi utilizzando la lingua del rispetto, della solidarietà e della cultura. Una cultura, per fortuna, non pesantemente libresca.
Abbraccione!
Riccardo
Riccardo, una cultura non libresca ci dà ancora la dimensione empatica del nostro essere insieme nel tratto di vita che ci è stata assegnata dal caso è che non può sfuggirci del tutto, malgrado tutto.
EliminaUn abbraccio
Nou
Ottimi versi!
RispondiEliminaSerena domenica.
Grazie Cavaliere..
EliminaBuono giorni!
"...violenti, voraci e vuoti tempi"
RispondiEliminaProgressione finale che dice molto (sui versi, ma non solo...).
Grazie Alligatore, da molto ho seguito/seguo i tuoi commenti nei blog amici e un po'ti conosco. Mi fa piacere uno scambio diretto, passerò presto da te.
EliminaCiao, Noi :-)