lunedì 19 marzo 2012

Chi cerca trova

Cari amici, ho cercato una casa in Internet sul portale Subito e l'ho trovata:
Senza riflettere molto l'ho comprata. Sceglierla è stato un lampo, l'iter dell'acquisto è durato un po' di più, ma a dicembre dell'anno scorso, il giorno prima del decreto salva Italia, ho firmato il contratto e versato tutto quanto si aveva in conto salvo 45 euro. La casa è riscaldata con due stufe a legna. Una parte del fienile è adibito a legnaia e ce ne vuole parecchia. Solo da poche settimane  si comincia a gustare il giardino  e tutto lo scoperto. Non mi sono ancora ricreduta su questo azzardo. In effetti sarebbe una casa per persone giovani che abbiano molta energia per accudirla internamente ed esternamente. Ha un grande solaio dove stendo la biancheria: ogni volta che vi vedo tutti i panni stesi, mi commuovo e poi penso: "devo fare una foto da mostrare ai miei amici del blog!" Ma ancora non ho scattato nulla, lo farò quando mi ricorderò di portare il telefonino assieme alla biancheria su per le scale abbastanza ripide. Mio marito ed io, stiamo grattando, stuccando e ritinteggiando tutte le pareti: abbiamo cominciato dalle camere del primo piano. L'inconveniente più grosso è che la zona non è coperta da adsl e, oggi, sono di passaggio nel vecchio appartamento che non riamo riusciti a svendere per via della crisi, e per questo posso postare. Alla fine della fola, mio marito ha deciso di tenerselo. Dunque c'è il pro e il contro come per ogni cosa. Per il navigare in web non mi sono ancora attrezzata nella nuova abitazione e per questo devo sospendere la frequenza nel mio e nei vostri blog. Ritornerò per i mesi invernali, così da risparmiare legna e emissioni nocive nell'atmosfera e, spero, scambiarci ancora la nostra amicizia: mi sembrano risvolti molto positivi! Spero anche di potermi concedere un po' di relax  come per la ragazza nella foto seguente:
     

E prometto che farò delle foto personali per la prossima volta !

Un grande abbraccio affettuoso a voi tutti!

Nou

lunedì 12 marzo 2012

Appuntamento a teatro con Marta Dalla Via in "VENETI FAIR"


17 marzo ore 21.00
Sala Lia Lapini
SIENA


18 marzo ore 16.00
Sala Polivalente
BRUGINE (PD)

prossimi appuntamenti su http://www.martadallavia.net

giovedì 1 marzo 2012

Vedi caro amico...Lucio, te ne sei andato troppo presto!


"L'anno che verrà" mi ha ispirato il seguente breve racconto al laboratorio di scrittura frequentato nel 2006. Lo posto oggi qui per ricordare con cordoglio il grande cantautore.
                                                                   






Nell’anno che verrà

Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po’, anche se mi domando… a che serve ancora scrivere. E’ già stato scritto tutto. Non c’è proprio più nulla da aggiungere o da esplorare. Ogni produzione non è che un déjà-vu.
Ma perché, mi chiedo, impugno una penna ed allineo una parola dietro l’altra? Ma sì, lo so, rispondo ad un bisogno interiore. Voglio raccontare le mie emozioni. Vedi caro amico, ci voglio essere anch’io. E non mi basta trasferire moti profondi in pagine di quaderno per una raccolta segreta; se così fosse avrei un ripostiglio stipato di diari.
Non scrivo per me stessa ma voglio raccontare e nello stesso tempo desidero leggere il racconto di altri: a questo scopo non scriverò che lettere. Lettere indirizzate a te, sicura di essere letta e di ricevere una risposta…, nell’anno che verrà.
Da oggi, dunque, è questa la novità, l’ipocrisia dello scrivere per me stessa è tramontata: scrivo per essere letta dagli amici poiché non oso presumere di aver titolo ad essere letta da persone sconosciute. Gli amici sono una gran panacea, ma qualcosa ancora qui non va.
Ogni sera mi riprometto una migliore condotta per l’indomani credendoci fino in fondo.
Domani ridurrò la quantità di calorie della mia dieta. Uscirò e farò del moto. Una camminata ad andatura sostenuta, sarà ciò che farò, procurandomi del benessere al corpo ed allo spirito.
La mia meta potrebbe essere Venezia, dove c’è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra.
La sera non mi balena mai l’idea di levarmi di buonora con il solo obiettivo Venezia. Sono pigra.
La sera non penso che a distendermi sul mio letto per darmi alla lettura. Leggo. Si sta senza parlare per intere settimane. La lettura è la mia anfetamina contro la paura del sonno.
Concentrata su un romanzo evito pensieri angosciosi. Mi immedesimo in quelli dell’autore di turno. Cerco di capirlo in profondità di scavare nelle sue remote e forse inconsce motivazioni del raccontare. Uno scrittore racconta pur sempre se stesso che lo voglia o meno. Così conosco gente. La mia libreria è un circolo culturale cartaceo piegato ai miei ritmi relazionali, alla mia volontà e capacità di entrare in sintonia con i contenuti letterari.
Con la lettura fuggo dall’ingombrante assillo della quotidianità. Fuggo dalle banalità consolidate di un pensare convenzionale. Fuggo dal pregiudizio. Fuggo da fraintendimenti e risentimenti di una comunicazione frettolosa, spesso malata. E fuggo anche da me stessa eludendo la difficoltà del rapporto con l’altro. Mi rintano sul lettone tutte le sere. Tre, quattro, cinque, sei ore. Dipende dalla tensione. In compagnia dei miei autori preferiti a volte. Spesso con nuovi, per ricevere emozioni e riscoprire altre interpretazioni del mondo. Interpretazioni da condividere o semplicemente da rispettare. Fuggire attraverso la fantasia degli autori che mi porta in ambiti sconosciuti. Solo così posso cedere all’incognita del sonno e passare una buona notte.
Buonanotte!
E’ di nuovo giorno.
Sono sopravissuta.
Esco di casa.
Non vado a Venezia.
Ho il mio cagnolino Pepo al guinzaglio e procedo nel parco cittadino seguendolo lentamente. Assecondo la sua natura di sniffatore di ogni ciuffetto d’erba e di ogni radice arbustiva che incontra. Ha voluto inoltrarsi nel nudo e stretto sentiero che taglia in due l’area ovest del parco della Bissuola. Un sentiero formatosi dal calpestio di trasgressori della viabilità predisposta. Rimane un po’ nascosto dalle alte chiome delle robinie.
Mentre sosto in attesa che il Pepo soddisfi il suo olfatto, noto una figura appartarsi furtivamente presso un arbusto. La mossa repentina mi incuriosisce. E’ una donna che alza l’ampia gonna sulla schiena e scopre la parte inferiore del corpo. Piega il busto a portafoglio scomparendo oltre la ruota della gonna. Flette appena le ginocchia. Sono calamitata dalla inaspettata scena che osservo da lontano, ma non troppo. Disto una quindicina di metri. La vedo bene da quel sentiero dove il passaggio è frequente. Forse lei non lo sa.
La donna così piegata perde la sua qualità di essere umano. E’ una creatura zoomorfa. Ciò che di lei appare è il bianco ed enorme bacino solcato dall’ombra villosa del sesso. Un fagotto con il culo per aria! E fa ciò che la premessa promette: defeca.
Defeca, una raffica di escrementi scuri, segmentati. Defeca come una mucca. Nel contempo razzola del fogliame dal suolo, in fretta. Si netta.
Ma la televisione ha detto che il nuovo anno/ porterà una trasformazione/ e tutti quanti stiamo già aspettando/ sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno.
Strattono il mio cane per potermi allontanare da lì. Intanto la donna si ricompone. E’ una brunetta dal viso scarno, grazioso. Indossa sopra la gonna una camicia di viscosa bianca a grandi fiori rossi. Ad osservarla ora, non posso capacitarmi del fotogramma che di lei, un attimo prima, si è impresso nella mia mente. Prosegue, verso di me, con portamento disinvolto, quasi distinto. Quelle natiche, lattescenti e pingui, sproporzionate al resto del corpo, sembrano essersi dissolte sotto le vesti.
Ogni Cristo scenderà dalla croce/ anche gli uccelli faranno ritorno.
Che io abbia sognato? Che le continue letture influenzino la mia percezione della realtà? La brunetta cammina svelta e ci sorpassa proseguendo nel suo cammino.
Ci sarà da mangiare e luce tutto l’anno. E si farà l’amore ognuno come gli va.
Vedi caro amico cosa ti scrivo e ti dico. Lotto contro l’infelicità. Mi aiuto con lo scrivere per ritrovare l’armonia interiore. Così facendo trovo la pace e posso sentire il sussurro della natura che proviene dal giardino che ritrovo, qui, a Borgo Polesinino.
L’hai conosciuto giovanetto. E’ diventato un piccolo bosco e mi parla attraverso l’abete dove sfrigolano i ramuncoli della cima carica di pigne. Poco più in basso, nel folto della chioma, c’è un nido di tortore ben rintanato. Un altro si trova nel ventre del pruno selvatico. Innumerevoli cannaiole vivono nella macchia di canne di bambù, sviluppatasi a dismisura attorno al contatore dell’acqua. E, guarda caso, esso è pure il rubinetto generale dell’impianto idraulico di “la casina”. Ogni volta che serve chiuderlo o riaprirlo ne esco avviluppata di ragnatele e fogliame. Provo un brivido di raccapriccio lungo il corpo solo a pensarci, e sicuramente anche in loro, le canne, scorrerà la repulsione verso la mia intrusione.
Un rospo “bufo bufo”, enorme, ha la tana sotto i vasi di terracotta. Quando piove esce.
I merli si cibano di ficoni e di prugne. Qualche settimana fa gozzovigliavano con le marasche. E poi c’è un via vai di coleotteri, api ed altri insetti che ronzano. Infine… zanzare & zanzare…un’industria!
Dalla veranda-zanzariera ce la faccio a stare all’aperto, spazio cinto ormai da una vegetazione rigogliosa e disordinata che crea un’atmosfera selvaggia. Mi sento fuori dal mondo.
E come sono contenta di esser qui in questo momento
Vedi vedi vedi
Vedi caro amico cosa ti scrivo e ti dico…